1)Giudizio sull'integrazione europea

Lei è favorevole o contrario all’integrazione europea? Ritiene che l’Unione Europea dovrebbe avere più o meno poteri? In quali settori ritiene che l’UE dovrebbe accrescere/diminuire la sua competenza e la sua iniziativa? E con che modalità ritiene che tali riforme debbano essere attuate?

 

Isabella De Monte, Partito Democratico.

Sono favorevole all’Unione europea e ritengo che il processo di integrazione europea, attualmente in una fase di stallo, dovrebbe essere rilanciato dagli Stati membri con più forza e ambizione. Ritengo sia fondamentale, per procedere verso questa direzione, una modifica all’attuale assetto di governance dell’UE che porti ad accrescere i poteri decisionali del Parlamento europeo e della Commissione a discapito del Consiglio. L’Unione europea dispone oggi in troppe materie di sole competenze limitate rispetto agli Stati membri. Per tali ragioni ritengo sia importante, per una maggiore incisività della sua azione, che l’UE accresca le sue competenze e in particolar modo in materie come politiche fiscali e politica estera e sicurezza comune.

 

Furio Honsell, Partito Democratico.

Sono assolutamente favorevole all’integrazione europea, anzi al federalismo europeo nel senso di Spinelli, Rossi e Colorni. La debolezza e le criticità attribuite alla UE derivano proprio dall’ingombrante sovranità e dalla presenza ancora molto marcata degli stati nazionali nei settori cruciali del lavoro, della fiscalità e della politica estera. Molte di queste competenze possono essere acquisite dall’UE solamente con nuovi trattati internazionali. Ma la precondizione per una ripresa del processo di integrazione europea, che si è di fatto interrotto, è proprio la presenza nel Parlamento Europeo di membri i cui partiti nazionali siano europeisti. Negli ultimi decenni l’UE ha preferito aumentare il numero degli stati in qualche modo aderenti. Forse adesso è giunto il momento di cambiare passo e andare verso una maggiore integrazione anche a costo di lasciare indietro qualcuno. Non bisogna più cercare il minimo comune multiplo ma capire che l’UE è più della somma degli stati nazione.

 

Andrea Bellavite, La Sinistra.

Sono del tutto favorevole all’integrazione europea e ritengo che l’Unione Europea debba avere molti più poteri. Ritengo anche che essa debba favorire in tutti i modi possibili la collaborazione e la cooperazione fra gli Stati membri. Dovrebbe esserci una vera Costituzione, proposta da un’Assemblea Costituente, con un nucleo forte di principi etico-politici ai quali adeguare il sistema legislativo. Dovrebbe naturalmente esserci una relazione diretta tra Parlamento e Governo Europeo, in modo da facilitare la realizzazione di riforme legate all’espressione democratica dei cittadini e non alle logiche di interesse. La BCE, controllata dal Parlamento, dovrebbe essere veramente al servizio degli investimenti, soprattutto nell’ambito sociale. Si dovrebbe senz’altro pensare a un sistema di difesa europeo e ancor di più a una comune diplomazia e alla costituzione dei corpi civili di pace e di pronto intervento nonviolento nei luoghi di conflitto e di guerra del Pianeta.

 

Iztok Furlanič, La Sinistra.

L’integrazione europea può essere perseguita esclusivamente se si cambiano le politiche economiche fin qui attuate a livello europeo. Il neoliberismo ha fatto già troppi danni. Pertanto, qualora l’impronta rimanesse la stessa, sarei contrario ad un accrescimento delle competenze della UE. Solo con un massiccio intervento pubblico si riuscirà a far crescere i consumi e diminuire i livelli di disoccupazione.

 

Federica Sabbati, +Europa.

Sono fortemente a favore di un’Europa più unita, democratica a federale. Solo così possiamo sperare di affrontare le grandi sfide del nostro tempo. Chiariamo: l’Europa « federale » non è un « super stato europeo » che cancella le diversità, ma un’Europa in cui le decisioni vengono prese il più vicino possibile al cittadino. Saremmo ingenui nel pensare che la concorrenza di Cina, Russia e Stati Uniti, le sfide legate al cambiamento climatico, o la digitalizzazione dell’economia possano essere ancora gestite dai singoli staterelli dell’UE. Abbiamo bisogno di superare veti incrociati che al momento bloccano molte decisioni che servirebbero a risolvere in modo efficace sfide europee. L’UE deve diventare, questo sì, più democratica: proponiamo infatti, per esempio, liste elettorali transnazionali e maggiori poteri al Parlamento Europeo, unico al mondo ancora senza diritto d’iniziativa legislativa.

 

Viviana Dal Cin, Movimento 5 stelle.

Sono favorevole all’integrazione europea, intesa come processo democratico di inclusione delle culture e delle economie degli Stati membri, per sviluppare omogeneamente un’Europa piu’ prossima al soddisfacimento concreto delle esigenze di vita dei suoi cittadini. Ritengo che i poteri di cui oggi l’Europa e’ titolare siano gia’ numerosi, spaziando pressochè in tutti i settori di intervento della politica, e abbiano senza dubbio la capacita’ di incidere profondamente sulla stabilita’ e la prosperità delle economie dei suoi Stati. Quello che credo sia necessario fare, quindi, in modo molto piu’ deciso che in passato, e’ che, ferme le attuali competenze come stabilite dai Trattati TUE e TFUE, le future scelte in campo economico, finanziario e monetario siano assunte in funzione delle effettive ricadute sociali e occupazionali dei vari territori. La speculazione in Grecia, ad esempio, parla chiaro: non possiamo piu’ permettere che la finanza sovrana porti sul lastrico milioni di persone.

 

 

Sandra Savino, Forza Italia.

Un’Europa più forte è diventata fondamentale a fronte delle sfide globali: non si può pensare che i singoli Stati, Italia compresa, possano farcela da soli di fronte a colossi come Stati Uniti, Russia e Cina. Ma è necessario recuperare il disegno dei Padri fondatori e dare all’Unione europea un ruolo di primo piano, in grado di riunificare tutto l’Occidente, Russia compresa. Il Parlamento europeo deve avere la possibilità di legiferare e i poteri di inchiesta e bilancio, 9 nonché più strumenti di controllo nei confronti della Commissione e dell’azione esterna dell’Unione. Sì a una politica estera e a un esercito europei, per sederci al tavolo con le grandi potenze mondiali e resistere al progetto egemonico cinese. Va creata anche una rete di intelligence antiterrorismo europea e per affrontare le crisi internazionali.

 

Martina Valentincic, Südtiroler Volkspartei.

Sono assolutamente favorevole all’integrazione europea che, anzi, ritengo imprescindibile; qualsiasi evoluzione contraria rappresenterebbe un anacronistico e inutile ritorno al passato. Ritengo che l’Unione europea dovrebbe accrescere i suoi poteri, diventare più forte, in modo da avere ancora più autorevolezza sul piano internazionale. In particolare, poi, dovrebbe accrescere la sua iniziativa in ambiti come la cooperazione territoriale e transazionale, l’ambiente, l’uguaglianza sociale, investendo sulle giovani generazioni, in modo da attuare concrete ed efficaci politiche di sviluppo e veicolandovi le risorse necessarie.