10)Domanda a risposta libera

Ci sono ulteriori elementi che ritiene di non aver potuto adeguatamente sviluppare nelle precedenti domande?

 

Isabella De Monte, Partito Democratico.

Un argomento che non è stato adeguatamente sviluppato nelle precedenti domande è la revisione della governace decisionale all’interno dell’Unione europea. Se l’Unione europea è ancora troppo legata agli egoismi e agli int ressi personali degli Stati membri e in fase europea si assiste a un impasse decisionale il motivo, a mio avviso, è da ricondurre all’istituzione del Consiglio. In futuro sarà necessario superare tale istituzione e investire di maggiori poteri decisionali il Parlamento europeo per acconsentire che i provvedimento adottati da tale istituzione entrino in vigore senza il consenso del Consiglio.

 

Furio Honsell, Partito Democratico.

In sintesi ritengo che tutto quanto di strategico sia stato realizzato in questi ultimi 40 anni sia partito da lucide direttive europee. Mentre tutto ciò che ancora risponde a logiche di miope opportunismo e posizioni di ingiusto vantaggio dure ad abbandonarsi derivi dall’ostinazione con la quale gli stati nazionali non vogliano rinunciare alla loro sovranità, di fatto infinitesima su scala globale. Le grandi transizioni derivanti dalla lotta ai mutamenti climatici e la de-carbonizzazione, dai nuovi servizi di salute alle persone alla luce dell’invecchiamento della popolazione e le nuove sfide dell’urbanizzazione, possono essere affrontate solamente da un’UE più federale tutelando tutti i cittadini e i lavoratori. La rinascita dell’Europa riparte da un nuovo “piano Marshall” su questi temi gestito questa volta dalla UE. L’Europa è l’unica risposta, anzi è l’unica speranza!

 

Andrea Bellavite, La Sinistra.

E’ indispensabile superare le politiche di austerità che hanno portato molti Paesi sull’orlo della crisi, penalizzando soprattutto i più deboli. Credo sia necessario portare avanti il principio dell’”unione nella diversità”, valorizzando da una parte tutte le legittime richieste di autonomia da parte di Stati e gruppi nazionali, a condizione che siano finalizzati a una maggior democratizzazione dell’intera Unione Europea. In questo senso occorre superare la situazione di stallo creatasi in Spagna con la repressione delle istanze dell’autonomismo catalano, in modo da poter consentire in un’Unione più forte e centralizzata la formazione di altre realtà statali maggiormente rappresentative della storia e della cultura dei loro abitanti.

 

Iztok Furlanič, La Sinistra.

Ritengo che sia prioritario eliminare tutti quei trattati di puro stampo neoliberista (Fiscal compact, Pareggio di bilancio in costituzione), che tolgono respiro ai singoli paesi. Altrimenti per l’Europa non c’è futuro.

 

Sandra Savino, Forza Italia.

Voglio un’Europa al cui centro delle politiche ci siano la famiglia, nucleo fondante della nostra società, le cui radici affondano nel cristianesimo, e la comunità, le Regioni, i Comuni. Un’Europa a fianco dei giovani e delle imprese, degli artigiani e delle professioni. Che tuteli le nostre produzioni, per le quali l’Italia è sinonimo di qualità nel mondo. Che non effettui tagli sulla politica agricola comunitaria. Per mercati aperti ma ben regolati, che difendano le nostre produzioni e l’ingegno italiano, controllando gli investimenti stranieri. Un’Europa più sicura e che faccia sistema non soltanto sull’immigrazione ma anche su energia, logistica, infrastrutture, economia. E anche i cambiamenti climatici vanno posti nell’agenda dei problemi da affrontare, coniugando difesa del pianeta e sviluppo economico.