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L'Europa sociale: quali diritti per i lavoratori europei?

“L’Europa delle elites”, “L’Europa delle banche”, “L’Europa lontana dalle necessità dei cittadini” sono alcuni slogan che, limitati fino a qualche anno alle posizioni di forze fortemente minoritarie, sono poi entrati nel lessico di uno spettro più ampio di forze, giungendo anche, a volte, a superare i limiti del campo progressista.

E l’Europa sociale? Esiste oggi, nella complessa cornice delle istituzioni europee, una dimensione sociale delle loro politiche? In cosa trova effettiva realizzazione? E in cosa richiederebbe invece l’adozione di nuove e più coraggiose iniziative?

Poco più di un anno fa, il 17 novembre 2017, Parlamento, Consiglio e Commissione Europei approvavano il cosiddetto Pilastro Sociale Europeo. In esso, aldilà della presenza o meno di obiettivi concreti e dell’assenza di vincoli giuridici per gli stati membri, era però possibile individuare una possibile volontà politica di una maggiore incisività in questo settore. Volontà che andava poi verificata sul campo, nell’effettivo rispetto di quei principi che il Pilastro Sociale enucleava.

In questo contesto, il ruolo delle Organizzazioni Sindacali, a livello nazionale ed europeo, continua a essere di fondamentale importanza. In una difficile sfida fra preservazione e rinnovamento, le organizzazioni dei lavoratori sono chiamate a dare un rinnovato contributo non solo di contenuti ma di valori e di impostazione culturale.

Il confronto con Luca Visentini e Fausto Durante intende illuminare questi e molti altri aspetti di una questione che non può e non potrà non essere al centro del dibattito sul futuro dell’Unione.

 


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