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Le ragioni di un'iniziativa sulla Libia

Chiusa la rotta balcanica, i flussi migratori provenienti da Siria e Iraq che la Turchia non fa

molto per trattenere, si stanno riversando sulla Libia per cercare di raggiungere l'Europa. Lo confermano i dati degli ultimi giorni forniti dalla nostra Marina che pattuglia il canale di Sicilia.

Ma la “quarta sponda” è di allarmante attualità non solo per questo. È da mesi che si discute se l'Italia debba mandare un contingente militare in Libia, beninteso su invito dal Governo di unità nazionale costituitosi qualche mese fa.

Per fare cosa? Non è chiaro se per compiti di addestramento delle forze libiche e di sostegno alla formazione di una forza militare nazionale destinata ad assorbire le milizie esistenti o se per operazioni di contro-terrorismo, cioè - in buona sostanza – di fronteggiamento allo Stato islamico. Ipotesi ambedue controverse e non condivise da tutti gli attori in campo, non solo quelli libici.

Il fatto è che a quasi 5 anni dalla morte di Gheddafi, la Libia permane nel caos. Il governo di unità nazionale, frutto di un defatigante negoziato internazionale per avvicinare le due parti, la Cirenaica e la Tripolitania, non è stato ancora ratificato dal Parlamento di Tobruk, ha oppositori in ambedue le fazioni, subisce le pesanti interferenze di varie potenze regionali a cominciare dall'Arabia Saudita, dall'Egitto e dagli Emirati, e non è immune da disegni neanche tanto nascosti di Regno Unito e Francia, cui non dispiacerebbe una divisione tra le due parti, ovvero la nascita di due Stati.

In questo scenario confuso ed intricato, lo Stato Islamico sembra essere un problema molto relativo o secondario; ed è proprio in questa situazione di permanente incertezza che Daesh ha avuto buon gioco ad inserirsi tra le due aree, riuscendo ad arrivare fino alla Sirte. Cioè a qualche centinaio di miglia dall'Italia e dunque dall'Europa.

Tema dunque di grande attualità ed è proprio all' “Italia alle prese con il caos libico” che sarà dedicata la prossima conferenza di Dialoghi Europei che in collaborazione con il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia si terrà lunedì prossimo, 16 maggio con inizio alle 17,30 nella sala Tessitori di piazza Oberdan.

Dopo l'introduzione del presidente di Dialoghi Europei, Giorgio Rossetti, la relazione sarà svolta da uno dei maggiori esperti sulla situazione in Libia, il prof. Roberto Aliboni, attualmente consigliere scientifico dell'Istituto Affari Internazionali, dove è stato direttore generale e vice presidente. Aliboni ha insegnato economia internazionale nelle università di Napoli e Perugia dal 1972 al 1979 e lavorato come ricercatore in diversi istituti.

 


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