Europa in controluce

UN QUARTO DI SECOLO DI DIALOGHI EUROPEI

25 anni fa, nel corso di un'assemblea di una sessantina di persone che rappresentava una platea più vasta precedentemente coinvolta, venne formalizzata la decisione di dar vita al Centro studi Dialoghi Europei. Il fine che si dette fin dall'inizio l'associazione fu di favorire quanto più possibile un dibattito sull'evolvere dello scenario europeo e internazionale e di tenere conto delle decisioni delle istituzioni comunitarie che potevano avere ricadute sulla nostra realtà regionale e transfrontaliera. Perché se oggi quello che fa o non fa l'Unione europea è all'ordine del giorno, Magari per metterla in discussione, allora in Italia si perdevano ogni anno molti finanziamenti comunitari perché non si presentavano correttamente le domande e si programmavano politiche e infrastrutture senza tener molto conto di quanto si stava decidendo a Bruxelles.
 
Così non fu per caso che le prime grosse iniziative di Dialoghi Europei riguardassero il c.d. Corridoio 5 e la possibilità di accedere ai finanziamenti europei, le condizioni comunitarie alle quali l'Off-shore di Trieste previsto dalla legge sulle aree di confine avrebbe avuto il via libera dalla Commissione; e ancora, gli spazi che si aprivano per la cooperazione transfrontaoliera dalla prospettiva di adesione all'Unione europea della Slovenia e della Croazia.
 
Ci sarà altra occasione per ricordare il contributo che Dialoghi europei ha dato in questi 25 anni alla nostra realtà transfromtaliera.
 
Qui mi sia consentito di rilevare non senza una punta di orgoglio che dopo un quarto di secolo siamo ancora in campo, perché grazie anche ad un nuovo presidente, Štefan Čok, e a un gruppo dirigente più giovane, Dialoghi Europei ha saputo aggiornare i suoi obiettivi al nuovo quadro internazionale e alle nuove problematiche che l'integrazione europea comporta per quest'area.
 
Non voglio però che questa data passi senza un grande ringraziamento da parte mia alle tante personalità che ci hanno aiutato a nascere. Alcuni ci hanno lasciato, come Giorgio Negrelli, amico carissimo che dette un apporto decisivo all'impianto ideale dell'associazione, e altri amici davvero speciali come Darko Bratina, Enzo Tornelli, Lucio Tringale, Nicola De Cesare.
 
Di quella fase voglio ricordare il sostegno che da Roma ci venne da Giorgio Ruffolo e Piero Fassino, che vollero essere soci fondatori dell'associazione, mentre in regione fu decisivo per il percorso iniziale l'entusiasmo di Ugo Poli, Ravel Kodric, Perla Lusa, Franco Todero, Piero Alzetta, Miro Kosic, Giovanni Forni, Cesare Magnarin, Angelo Masotti Cristofoli, Aleksandra Pangerc.
 
Domani, 9 maggio, c'è un altro anniversario legato all'Europa, quello della dichiarazione Schuman.
 
Ma il brindisi, sia pure solitario, io lo farò stasera per ringraziare tutti gli amici che ho qui ricordato.