2)L'Euro

E’ favorevole o contrario all’Euro? In che modo modificherebbe la politica monetaria europea o quale politica monetaria alternativa suggerisce?

 

Isabella De Monte, Partito Democratico.

Sono favore della moneta unica. Fin dalla sua nascita l’Euro ha rappresentato un potente strumento economico e un ambizioso progetto politico e, oltre ad aver eliminato i rischi di fluttuazione e i costi legati al cambio delle valute, ha rafforzato il mercato unico. Nonostante i grandi risultati raggiunti la crisi economica ci ha però insegnato due cose: la prima è che, benché incompleto, la forza e la resilienza dell’Euro sono radicate nella determinazione politica comune di preservarne l’integrità. Grazie infatti alla BCE e al suo presidente, Mario Draghi, l’Euro è stato in grado di tutelare i cittadini durante le crisi. La seconda lezione è che, se vogliamo davvero raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi, quella resilienza non è abbastanza: dobbiamo completare la nostra moneta comune con una robusta e completa unione democratica, economica e sociale.

 

Furio Honsell, Partito Democratico.

Penso che aderire all’Euro sia stata la salvezza dell’Italia. L’Euro è l’unico argine al contenimento del debito. Chi si illude che battendo moneta propria si possa rendere competitive le aziende dimentica il debito. Il valore di una moneta nazionale è infatti deciso dalle borse e dalle piazze, senza rete. Ma è altrettanto ovvio che certe decisioni monetarie che hanno penalizzato indistintamente tutti in passato, come il patto di stabilità definito a livello nazionale, hanno colpito proprio chi poteva dare una mano anche alle regioni più in difficoltà, e ha aggravato la recessione. Dovrebbero essere favoriti tutti gli investimenti che vanno nella direzione dell’Agenda 2030 di riqualificazione energetica e sismica e di de-carbonizzazione. Azioni di questo tipo creano progresso e posti di lavoro.

 

Andrea Bellavite, La Sinistra.

Sono favorevole all’euro, in quanto strumento in grado di facilitare le relazioni economiche tra le persone nell’ambito dell’Unione Europea. Naturalmente non può essere al servizio degli interessi dei Paesi economicamente più forti e meno che meno degli speculatori finanziari. Per questo la moneta unica può essere un buon mezzo di gestione del denaro soltanto se condivisa da tutti gli stati ed espressione di un “pensare europeo” che non privilegi le esigenze dei singoli componenti, ma fa crescere insieme tutta la compagine, soprattutto sul piano della coesione sociale, della garanzia dei diritti fondamentali della persona, degli investimenti produttivi finalizzati a contrastare la disoccupazione e l’esclusione sociale.

 

Iztok Furlanič, La Sinistra.

Sono favorevole esclusivamente se la BCE diventa pubblica ed i singoli stati non siano più costretti a comprare gli Euro sul mercato privato. Inoltre ritengo necessaria una conferenza europea sul debito. L’eccessivo indebitamento limita fortemente le politiche economiche di alcuni stati.

 

Federica Sabbati, +Europa.

Gli effetti della valuta comune sono stati straordinariamente positivi per tutti i paesi che hanno scelto di entrare nell’area euro, compresi quelli, come l’Italia, con forti fragilità strutturali: una bassa crescita economica, un debito pubblico elevato, una forte dipendenza dall’importazione di materie prime. Negli ultimi vent’anni l’Euro ha protetto i redditi degli Italiani dall’inflazione, ha ridotto significativamente il costo degli interessi su presti e mutui pagati da famiglie ed imprese, nonché il costo del nostro debito pubblico. Tuttavia l’introduzione dell’euro non rappresenta la fine del nostro percorso: la crisi economica del 2008 ha evidenziato come la moneta unica debba essere accompagnata da politiche economiche e fiscali armonizzate, e dal completamento dell’Unione Bancaria.

 

Viviana Dal Cin, Movimento 5 stelle.

L’Euro e’ una moneta che non fa gli interessi macroeconomici di tutti i Paesi membri. Sappiamo quanto la sua adozione ci costo’ ai tempi di Prodi (la cosiddetta “eurotassa del 1996”) e quanto abbia sovvertito i prezzi dei beni di consumo nella nostra economia reale, sostanzialmente duplicandoli. In quanto frutto di un “braccio di ferro”negoziale intercorso fra i grandi paesi europei, in primis Germania e Francia, e’ una moneta che non appartiene ad alcun Paese europeo, perchè e’ emessa dalla BCE e non da una banca centrale nazionale, ed e’ quindi controllata dai Paesi piu’ forti. In quanto tale, e’ uno strumento di ricatto fra le economie dei 28 Paesi membri nonche’ la vera chiave di volta dell’efficacia delle politiche economiche europee. Penso allora che una seria politica monetaria debba ripartire dalla riforma del ruolo della BCE, trasformandola da banca della moneta unica e della finanza a banca dei cittadini, in grado di porsi come prestatore di ultima istanza del credito ai privati e adottare strumenti di compensazione degli squilibri del potere di acquisto dei cittadini nei vari Paesi membri.

 

Sandra Savino, Forza Italia.

La costruzione dell’Euro va completata, perché possa portare benefici a tutti. La proposta di Forza Italia è riformare la Bce sul modello della Federal Reserve americana, che guardi non solo all’inflazione ma anche alla crescita e alla disoccupazione. Dobbiamo completare il Mercato Unico dei Capitali e l’Unione Bancaria per un credito più facile alle imprese, con regole che smettano di penalizzare il nostro sistema bancario. Il mercato interno europeo deve garantire una maggiore giustizia ed armonizzazione fiscale. Non possiamo accettare paradisi fiscali o livelli di tassazione quasi nulli, come quelli di cui godono i giganti del web.

 

Martina Valentincic, Südtiroler Volkspartei.

Sono favorevole all’Euro e al Mercato unico europeo, in quanto essenziale per consolidare e migliorare la competitività europea.