Nota introduttiva

Introduzione metodologica

Le domande sono state inviate ai candidati delle liste principali (individuate nelle liste che in base alle rilevazioni disponibili supereranno lo sbarramento del 4% o che potrebbero superarlo). Per l'individuazione dei candidati provenienti dal Friuli Venezia Giulia ci si è basati sulle notizie di stampa e su contatti con esponenti locali delle diverse liste (in alcuni casi tramite quesito diretto ai candidati individuati, richiedendo loro di segnalare eventuali altri nominativi espressione del Friuli Venezia Giulia presenti sulla stessa lista).

L’invio delle domande ai candidati è avvenuto tramite gli indirizzi di posta elettronica riportati dai candidati stessi in rete (pagine fb e siti personali). Nei casi in cui gli indirizzi non fossero immediatamente reperibili si è proceduto al loro reperimento tramite altri canali (contatti telefonici con i candidati stessi o rete di contatti di Dialoghi Europei). Ogniqualvolta ciò sia stato possibile le domande sono state inviate all’indirizzo indicato direttamente dal candidato stesso. L’invio via mail è avvenuto adottando il sistema della conferma automatica di ricezione del messaggio, che consente di poter confermare che tutti i candidati hanno ricevuto le domande agli indirizzi da loro stessi indicati come canale di comunicazione con gli elettori o reperiti da Dialoghi Europei. Ogni candidato ha ricevuto tre volte la comunicazione con la richiesta di aderire all’iniziativa:

7-10 maggio primo invio

11 maggio secondo invio con segnalazione della scadenza

15 maggio ultimo invio con segnalazione della scadenza e ultimo avviso

Ove possibile si è inoltre proceduto a ulteriori segnalazioni tramite i social media.

Si riporta di seguito l’elenco dei candidati contattati, segnalando MAIUSCOLO i candidati che hanno risposto alle domande di Dialoghi Europei . Le liste vengono elencate nell’ordine con cui sono presentate sulla scheda elettorale. In caso di presenza di più candidati della stessa lista essi sono riportati nell’ordine di presentazione scelto dalla lista stessa. Dialoghi Europei ringrazia tutti i candidati che hanno voluto rispondere alle nostre domande.

1)Europa Verde

Cimolino Tiziana

2)Lega Salvini premier

Dreosto Marco

Lizzi Elena

3)Fratelli d’Italia

Ciriani Luca

Manzan Giulia

4)Partito Democratico

DE MONTE ISABELLA

HONSELL FURIO

5)La Sinistra

BELLAVITE ANDREA

FURLANIČ IZTOK

6)+Europa

FEDERICA SABBATI

7)Movimento 5 stelle

Zullo Marco

DAL CIN VIVIANA

8)Forza Italia

SANDRA SAVINO

9)Suedtiroler Volkspartei[1]

VALENTINCIC MARTINA

Ai candidati era stato concesso un margine di 1.000 caratteri, spazi inclusi, per rispondere a ogni domanda. Nella gran parte dei casi i candidati hanno rispettato questo limite. Nei pochi casi in cui si è registrato uno sforamento abbiamo ritenuto di mantenere le risposte nella loro interezza, avendo constatato come a un eventuale sforamento per una delle domande corrispondessero risposte più sintetiche per le altre. Dialoghi Europei è intervenuta solo a livello di layout e formattazione, uniformandoli, non modificando in alcun modo i testi pervenuti, anche nel caso di eventuali errori di battitura o casi similari.

Le risposte ricevute vengono riportate secondo due diversi criteri, per domanda e per forza politica. Nel primo caso il lettore può comparare le risposte che ogni candidato ha dato a una specifica domanda. Nel secondo caso viene riportato il complesso delle risposte che ogni candidato ha dato alle diverse domande.

 

Sintesi delle risposte

Le dieci domande di Dialoghi Europei possono essere divise in più sottogruppi: una prima domanda generale, di approccio complessivo al tema dell’integrazione europea, una serie di quattro domande su temi specifici (euro, Schengen, politiche fiscali e del commercio, immigrazione), tre domande politiche (affiliazione a gruppi europei e Spitzenkandidat, una proposta programmatica qualificante, gli interlocutori nei paesi vicini), una valutazione della Brexit e una domanda a risposta libera per consentire ai candidati di toccare temi altrimenti non affrontati. SI precisa che la presente sintesi non può esser considerata esaustiva per evidenti ragioni di brevità, essa va interpretata come una traccia di riflessione sulle risposte ricevute, che consenta di evidenziare gli elementi di differenziazione più che a spiegarli nello specifico.

Per quel che riguarda la domanda introduttiva sul tema dell’integrazione europea tutti i candidati si dichiarano sostanzialmente favorevoli, seppure con molti distinguo e diverse interpretazioni. Anche chi fra i candidati si mostra fortemente critico verso l’attuale assetto europeo si limita a non sostenere la devoluzione di ulteriori competenze all’Unione, non a chiedere che le vengano tolte competenze già ottenute.

Le differenze diventano più marcate nell’esame delle risposte fornite ai quesiti specifici. L’euro è uno dei temi su cui si registra una maggiore differenziazione delle risposte: la valutazione più positiva viene dalla candidata di +Europa Federica Sabbati, che sottolinea gli aspetti positivi della moneta unica ponendo l’accento sulla necessità di accompagnare l’Euro con politiche fiscali ed economiche armonizzate. Tali valutazioni sono sostanzialmente condivise dai candidati del PD De Monte e Honsell, che pongono l’accento anche sulle ricadute negative che un eventuale ritorno a monete nazionali avrebbe. Savino richiama la necessità di completare la costruzione dell’Euro, sia riformando quanto già esistente (BCE) sia completando il Mercato Unico dei Capitali e l’Unione Bancaria. La candidata della lista SVP Valentincic vede nell’euro uno strumento essenziale per la competitività europea; più articolato il giudizio della candidata 5 Stelle Dal Cin, secondo la quale l’euro non fa gli interessi macroeconomici di tutti i paesi membri ma solo dei più forti, diventando strumento di ricatto fra le economie nazionali e che propone una riforma della BCE. Articolati anche i giudizi dei candidati Bellavite e Furlanic (la Sinistra): se il primo si dice favorevole all’euro, che deve però esser espressione di un “pensare europeo”, il secondo si dice favorevole solo qualora la BCE diventasse pubblica, perorando una conferenza europea sul debito.

Minori sono le differenze registrate per quel che riguarda lo spazio Schengen. Visto in maniera sostanzialmente favorevole da parte di tutti i rispondenti (compresa la sua estensione alla vicina Croazia), in questo caso le diverse forze pongono l’accento sulla necessità di trattare allo stesso modo libertà delle merci e delle persone (Furlanič), la necessità di mitigarne gli eventuali effetti negativi sull’economia nelle aree di confine (Bellavite) o in generale con forme di dumping (Honsell) o una buona gestione delle frontiere esterne e della sicurezza (De Monte, Sabbati), del fenomeno migratorio (Savino), anche in casi di gravi situazioni (Dal Cin).

Per quel che riguarda le politiche fiscali, la maggior parte delle risposte va nella direzione di una maggiore armonizzazione fra i sistemi fiscali dei diversi paesi, anche se con diverse sfaccettature, che vanno dalla posizione per cui le politiche fiscali, per quanto coordinate, restano competenza nazionale (Sabbati) alla necessità di una lotta esplicita ai paradisi fiscali intraeuropei (Bellavite, Furlanić). Per quel che riguarda le iniziative con la Cina, rivendicate come punto qualificante dal Movimento 5 stelle, esse vanno collocate in un contesto europeo di vigilanza ai diritti dei lavoratori e di interdizione di pratiche scorrette. Maggiore preoccupazione viene espressa da Savino, che sottolinea i rischi connaturati a una Cina legata a uno statalismo di matrice comunista e a valori diversi da quelli dell'Occidente.

Le politiche migratorie necessiterebbero di un approccio notevolmente diverso dall'attuale secondo sostanzialmente tutti i candidati. Se per Furlanič il fenomeno è prima di tutto conseguenza di una scellerata politica europea per Bellavite bisogna impedire una “difesa” dei confini basata sull’esperienza. Sabbati e De Monte sottolineano come il Parlamento abbia previsto il ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo fra i paesi membri, non accettato dai governi; Honsell evidenzia la differenza fra leggi sull’immigrazione, nazionali, e politiche di asilo politico, normate dagli accordi di Dublino, distinzione richiamata anche dalla Dal Cin. Valentincic collega una comune politica di asilo e immigrazione alla priorità dei cittadini europei al mercato del lavoro. Savino concorda con la necessità di riformare il regolamento di Dublino, citando anche la necessità di un nuovo “Piano Marshall” dedicato all’Africa.

Per quel che riguarda l’adesione ai gruppi europei e l’eventuale presenza di Spitzenkandidaten essa può essere riassunta in forma schematica:

La Sinistra – GUE/NGL Sinistra Europea, candidati a presidenti della commissione Violeta Tomić (slovena) e Nico Guè (belga);

+Europa – gruppo Alde, Alleanza dei liberali e democratici, rosa di sette candidati alla presidenza fra cui Emma Bonino;

PD – S&D, Alleanza dei Socialisti e dei Democratici, candidato presidente Frank Timmermans (olandese);

SVP – PPE, Partito Popolare Europeo, candidato presidente Manfred Weber, tedesco;

FI-PPE, Partito Popolare Europeo, candidato presidente Manfred Weber, tedesco;

M5s – attuale gruppo EFDD, Europa della Libertà e della Democrazia Diretta, possibile nuovo gruppo dato che il principale partner nel gruppo attuale, Nigel Farage, vi rimarrà per poco; nessun candidato presidente della Commissione

Per le proposte specifiche, che essendo molto diverse fra di loro non sono sintetizzabili in maniera sufficiente, si rimanda direttamente alle risposte dei candidati. Per quel che riguarda gli interlocutori delle forze politiche nei paesi vicini la Sinistra rivendica una collaborazione strutturata con il partito della Levica (sinistra) in Slovenia mentre il PD rivendica rapporti di collaborazione, compresa la firma di un documento congiunto di obiettivi per il nuovo mandato, con i Socialdemocratici sloveni (SD) e austriaci (SPOE). Dal Cin (5 stelle) cita un’intesa di massima con il partito croato Živi zid siglata dal capo politico del movimento, specificando però che è tutto in divenire, Valentincic cita i rapporti fra SVP e Partito popolare austriaco (OVP) e cristiano-sociali bavaresi (CSU), che hanno firmato una comune dichiarazione d’intenti, mentre nel caso di Savino (FI) e Sabbati (+Europa) si citano i partiti provenienti dai paesi vicini appartenenti rispettivamente al PPE e all’ALDE, senza specificare se vi siano rapporti a livello locale.

Per quel che riguarda la Brexit le valutazioni sono abbastanza divergenti, anche all’interno della stessa lista: se per Dal Cin (5 stelle) e Furlanič (Sinistra) l'accento viene posto sulla necessità di rispettare la volontà popolare espressasi con il referendum Bellavite (Sinistra) auspica un nuovo referendum che ribalti il responso del precedente. Del Monte, Honsell, Sabbati, Valentinčič esprimono forti critiche sul modo con il quale le classi dirigenti inglesi hanno gestito la fase successiva al referendum, augurandosi che tale situazione possa anche dimostrare quali sarebbero i reali effetti negativi di una regressione del processo di integrazione europea. Anche Savino reputa negativamente l’uscita inglese, ritenendo altresì che spetti al Regno Unito decidere definitivamente e rapidamente cosa vuole fare: per quanto riguarda l’UE, deve mantenere con Londra buoni rapporti, ma pensando prima di tutto agli interessi dei 27 paesi membri.

Non tutti i candidati hanno voluto avvalersi della risposta libera. Furlanič auspica l’eliminazione di trattati giudicati di stampo neoliberista (Fiscal Compact, pareggio di bilancio in Costituzione), Bellavite pone l’attenzione sulla necessità di porre termine alle politiche di austerità, citando anche la necessità di dare risposta alle istanze dei diversi Stati e gruppi nazionali (ricorda la Catalogna). Honsell ritiene che quanto di positivo c’è stato negli ultimi 40 anni di integrazione europea sia derivato da lucide direttive europee mentre i problemi sono nati quando hanno prevalso gli egoismi nazionali. In tale direzione va anche la riflessione della De Monte, che auspica l’attribuzione di maggiori poteri al Parlamento, consentendogli di far adottare provvedimenti senza che questi debbano necessariamente passare attraverso il Consiglio. Sandra Savino illustra in sintesi gli elementi che ritiene fondamentali per la sua idea di Europa: la famiglia come nucleo di una società che affonda le radici nel cristianesimo, efficace e autorevole in campo economico e capace di fare sistema sulle grandi sfide come le migrazioni e i cambiamenti climatici.

 

 



[1] La Suedtiroler Volkspartei è la lista della comunità tedesca del Sudtirolo. Sulla sua lista è presente anche Martina Valentincic, candidata della Slovenska skupnost. La legge elettorale europea consente l’apparentamento fra una lista di minoranza linguistica e una lista nazionale. Qualora un candidato della lista di minoranza linguistica superi le 50.000 preferenze esso risulta eletto al posto dell’ultimo eletto della lista nazionale. Per le liste di minoranza linguistica è consentita l’attribuzione di un unico voto di preferenza. La SVP per queste elezioni europee è apparentata a Forza Italia.