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L'Europa non sia fortezza, ma "faro"!

Fin troppo facile adesso mettere in mora l'Europa, la stessa Europa che fino a ieri doveva – secondo alcuni - fare al massimo da ancella agli stati nazionali liberi di muoversi in ordine sparso (magari uno contro l'altro), perché risolva, e subito, il problema dei migranti, e lo faccia anche al posto nostro. Il problema dei “migranti”, si badi bene, perché del fenomeno- e delle cause- delle “migrazioni”, non sembra interessarsi nessuno!

E invece è proprio da qui che bisogna cominciare - anzi, ricominciare - perché la soluzione non è “impedire ai migranti di partire”, come ormai sentiamo dire quotidianamente senza che nessuno di noi, italiani, europei, si senta offeso, ferito nella propria sensibilità, nella propria umanità (se ce l'abbiamo ancora) da questa ricetta che è tutto meno che una soluzione e che ci conduce in un vicolo cieco. Cosa vuol dire “impedire ai migranti di partire”? Trasformare l'Europa in una fortezza inaccessibile, poco conta se erigendo “muraglie cinesi” laddove possibile e trasformando in giganteschi lager i paesi dell'altra sponda del Mediterraneo? Ma andiamo! Le fortezze hanno sempre avuto la stessa sorte: essere assediate e distrutte. L’Europa in quel caso non farebbe eccezione.

L'unica soluzione è impegnarsi per rimuovere le cause delle migrazioni e questo significa innanzitutto riconoscerle. Non sono solo le guerre (magari addirittura solo le guerre ufficialmente riconosciute come tali che sono solo una piccola parte), ma le carestie, i fenomeni climatici estremi, la siccità (se pensavamo di essere esenti da questo problema, in Italia,  ci siamo dovuti risvegliare bruscamente visto che proprio l’altro giorno si è tenuta una riunione di governo per affrontare questo tema), la brutale repressione di minoranze o la repressione nel sangue dei diritti umani e civili fondamentali (non credo ci sia bisogno di ricordare gli esempi anche in queste ultime settimane), senza dimenticare l’inflazione galoppante dovuta a governi incapaci e corrotti che rende materialmente impossibile la vita alla popolazione a reddito fisso (salvo l’adozione di comportamenti illegali o degradanti). Vogliamo semplificare ciò che semplice non è, negando qualsiasi protezione o accoglienza a tutte queste tipologie di rifugiati ed emigranti?

È evidente che la cooperazione allo sviluppo europea è stata un fallimento (e cosa dire di quella italiana?) ma va ripensata, in un'ottica di partnership multilaterale, non buttata via. Ed è altrettanto evidente che l'Europa è di fronte alla cosiddetta “trappola demografica” (e il nostro paese peggio di altri), cioè la combinazione di una natalità bassissima e della diaspora di risorse umane giovani e qualificate, assieme alla carenza di mano d’opera in molti settori. Una trappola demografica che è una bomba ad orologeria per i sistemi sociali e previdenziali (il famoso “chi pagherà le pensioni”). Ecco perché dell'immigrazione – regolamentata, accolta e integrata, non certo abbandonata a sé stessa- abbiamo un gran bisogno. L'Europa non sia fortezza, ma “faro”, innanzitutto per i suoi valori!

Giorgio Perini

 

Foto: ANSA