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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali a cura di Paolo Gozzi - 04/09

Gran parte dei giornalisti italiani che hanno seguito il viaggio del Cancelliere Scholz a Praga nel pieno del semestre di presidenza ceca dell’UE sembra aver colto soprattutto un cambio di posizione di Berlino sulla proposta lanciata mesi fa da Mario Draghi per un calmieramento del prezzo del gas. In realtà Scholz ha anche pronunciato, all’Università carolina, un importante discorso sul futuro dell’Europa. Si è trattato di una sorta di risposta (alquanto tardiva, si dirà) al discorso pronunciato da Macron alla Sorbona nel 2017. Vedremo se alcuni dei temi evocati da entrambi gli statisti (dall’allargamento alla fine dell’unanimità, alla riforma delle Istituzioni) porteranno ad una reale modifica dello statu quo. La Frankfurter Allgemeine Zeitung, nel commentare il discorso di Scholz, esprime qualche dubbio (“All’Europa servono fatti, non solo tesi”: leggi). Una posizione più ottimistica traspare invece dal sunto pubblicato in italiano da Euractiv.it (leggi). Il testo integrale del discorso in tedesco è disponibile sul sito della Cancelleria (leggi), mentre una sua traduzione in italiano può essere letta su LeGrandContinent.eu (leggi).
 

 

È possibile che quest’estate 2022 resti negli annali come la più calda di sempre in Europa; o forse i record stabiliti nei mesi scorsi saranno battuti già l’anno prossimo. Certo il 2022 rimarrà emblematico per la comparsa di fenomeni meteorologici capaci di incidere non solo sporadicamente su questa o quella zona, ma in modo “organico” su vaste aree di grande interesse economico. È stato così per la pianura Padana attraversata da un Po ridotto ai minimi termini, ma ancor di più per le regioni del centro Europa dove i grandi fiumi sono anche importanti vie navigabili. Il Reno a secco ha fatto emergere qualche monito da un passato remoto (come le “pietre della fame” di cui parla un articolo di Europa Today – leggi), ma ha anche causato un forte aumento dei costi del trasporto multimediale. Riferisce in merito il portale Portnews.it, dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale: leggi.

 

La scorsa settimana questa rassegna stampa minima di Dialoghi europei aveva segnalato l’imminenza di un importante viaggio ad Algeri del Presidente francese Emmanuel Macron. La visita presidenziale, con gran seguito di ministri e funzionari, interveniva in un momento di particolare tensione tra i due paesi ma si è svolta in un clima disteso e con reciproche dichiarazioni di amicizia. Un’acuta analisi dell’avvenimento (il più importante dal 1962, data dell’indipendenza dell’ex colonia francese) è proposta dal politologo e grande esperto del mondo arabo Gilles Kepel. La si trova (in italiano) sul sito LeGrandContinent.eu (leggi).

 


Solo il grande progetto New generation EU, con gli ingentissimi fondi messi a disposizione degli Stati membri per far fronte all’emergenza pandemica, è stato in grado di mettere un (parziale) freno alle contumelie che i politici sovranisti rivolgono alle Istituzioni europee. Eppure, gli stanziamenti del bilancio comunitario offrono anno dopo anno generosi finanziamenti di cui possono beneficiare proprio gli Stati membri non solo per l’attuazione delle politiche comuni (agricoltura, pesca, concorrenza, ecc.), bensì anche per alcune politiche a favore di paesi terzi. È il caso dei cosiddetti “gemellaggi istituzionali” (Twinning), nell’ambito dei quali funzionari di uno Stato membro forniscono assistenza e consulenza ad amministrazioni di altri paesi con l’integralità dei costi a carico dell’UE (per il dettaglio leggi qui). I progetti (spesso del valore di oltre un milione di euro) non solo permettono una collaborazione diretta tra uno Stato membro e un paese terzo, ma possono esser il preludio di importanti future iniziative bilaterali, come quella in materia di indicazioni geografiche tra Italia e Georgia di cui ha scritto la rivista settoriale online Ruminantia.itleggi.

 

L’analisi del mercato del lavoro e delle sue dinamiche sta diventando un esercizio sempre più arduo, che richiede complesse ponderazioni dei dati disponibili. Situazioni caratterizzate da alti tassi di disoccupazione e contemporanea carenza di manodopera in specifici settori economici non sono più considerate paradossali e si stanno anzi diffondendo. Paradigmatico, a questo proposito, è quanto sta avvenendo nel paese con uno dei maggiori cali demografici al mondo, la martoriata Bosnia Erzegovina, dalla quale quasi mezzo milione di persone (su un totale di meno di 3,5 milioni) se n’è andato nell’ultimo decennio. Ebbene, anche in Bosnia Erzegovina, oltre agli alti livelli della disoccupazione, è necessario ricorrere, in molti settori economici, a manodopera straniera. La situazione è chiaramente riassunta in un articolo pubblicato dall’Osservatorio Balcani-Caucasoleggi.

 

Proprio in Bosnia-Erzegovina i cittadini saranno chiamati alle urne il prossimo 2 ottobre per rinnovare tutti i mandati e le cariche del complesso sistema istituzionale nazionale. La popolazione bosniaca arriva a questa importante scadenza incerta e disillusa, ma ancora esposta alla virulenta diatriba politica basata principalmente sul nazionalismo. Piccoli gruppi di persone cercano nondimeno di riportare il discorso sull’esigenza di una riforma costituzionale che superi il testo imposto al paese con l’Accordo di Dayton (1995 – da notare che la Costituzione si presenta come l’Allegato 4 dell’Accordo e la sua versione ufficiale è in inglese). Quale strada potrebbe essere utilmente intrapresa è illustrato in un recente articolo apparso sul sito Justsecurity.org della New York University School of Law (leggi). Un commento sulle imminenti elezioni è stato pubblicato nei quaderni “Balkan focus” del CESPI (leggi).