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Il G20 dell’Economia Digitale e della Ricerca a Trieste ed un esperimento di videoconferenze anti hacker

di Mario Sica

 

Il recente attacco informatico alla piattaforma della sanità della Regione Lazio ha evidenziato un problema importante ed al tempo stesso parzialmente dimenticato oppure trascurato nella dinamica della nostra vita di tutti i giorni: la potenziale fragilità dei sistemi informatici, attaccabili da malintenzionati, soggetti che, senza scrupoli, minano le barriere talvolta deboli delle procedure informatiche paralizzando i sistemi stessi e ricattando soggetti privati o aziende pubbliche con la richiesta di riscatti a proprio favore per liberare gli stessi dati sottratti in maniera fraudolenta.

La comunità scientifica internazionale, spesso, tende a dare limitata importanza a questi temi sperando che il fenomeno sia limitato e comunque contrastato da idonee misure di sicurezza che vengono messe in atto da apposite aziende di “cybersecurity” per prevenire il fenomeno. Ma così non è o lo è solo parzialmente: i dati più recenti indicano in quasi 2000 attacchi conosciuti o dichiarati pubblicamente nel 2020 con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente ed hanno interessato anche leader mondiali quali VISA e MASTERCARD.

Questo argomento è stato uno dei temi trattati nel primo incontro della Task force sull’economia digitale (Digital Economy Task Force - DETF) del G20 che si è svolto a Trieste nei giorni 5 e 6 agosto, presieduta dal Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e dal Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao. 

Il meeting ha posto al centro del dibattito il tema della trasformazione digitale delle attività produttive in favore di una crescita economica sostenibile, con un’attenzione particolare alle micro, piccole e medie imprese, all’inclusione sociale, allo sviluppo e applicazione di tecnologie innovative, nonché alla digitalizzazione della pubblica amministrazione.

Sulla base dei risultati e degli impegni delle passate presidenze G20, considerando inoltre l'impatto del Covid-19 sull'economia globale, i Ministri hanno concordato sull’urgenza di accelerare la trasformazione digitale e di coglierne tutte le opportunità che ne derivano, preparando il campo per le sfide future e tenendo conto dei diversi livelli di sviluppo dei paesi. I lavori del G20 sono stati coadiuvati dalla DETF (Digital Economy Task Force) e gestiti con un approccio multistakeholder, attraverso l'organizzazione di forum e consultazioni di gruppi di lavoro.

La riunione dei G20 è culminata nella approvazione di una Dichiarazione dei Ministri che indica 12 azioni per accelerare la transizione digitale tra le quali le più rilevanti sono: 

- trasformazione digitale della produzione;

- utilizzo dell'intelligenza artificiale per l'inclusione delle micro, piccole e medie imprese;

- la tutela dei bambini ed il rafforzamento delle loro competenze nell'ambiente digitale;

- l’ampliamento degli strumenti digitali per i servizi pubblici e dell’identità digitale;

E’ stato poi evidenziato il tema della sicurezza digitale in quanto “le minacce alla sicurezza e al flusso dei dati possono compromettere il processo di innovazione e rallentare l'adozione di nuove tecnologie e queste azioni rischiano di minare la fiducia dei cittadini nelle organizzazioni e nella tecnologia" (parole del ministro Giorgetti).

Nell’ambito di questo tema è stato svolto un “unicum”, la prima dimostrazione pubblica di una comunicazione quantistica internazionale fra tre stati: Italia, Slovenia e Croazia: la trasmissione quantistica si è sviluppata su fibre ottiche che collegano tre nodi (Trieste, Lubiana e Fiume) per una distanza compresa tra gli 80 e i 100 Km.  

Nel corso della “videochiamata anti hacker”, che ha utilizzato un innovativo sistema di crittografia quantistica, dopo i saluti dei rappresentanti istituzionali collegati, tre quartetti musicali hanno eseguito un brano in ciascuno dei tre Stati. La performance musicale è stata realizzata grazie alla collaborazione del conservatorio triestino “Giuseppe Tartini” con l’Accademia Musicale di Lubiana e l’Accademia di Musica di Zagabria.

La comunicazione quantistica risponde all’esigenza di sicurezza nelle comunicazioni, una priorità per tutti i governi del mondo. Questa tecnologia consente livelli di sicurezza irraggiungibili con gli attuali protocolli di cifratura grazie al particolare funzionamento delle “chiavi” crittografiche quantistiche. Le chiavi quantistiche sono sequenze di numeri casuali che vengono generate a distanza attraverso lo scambio di fotoni. Se un hacker tenta di intercettare questa chiave lascia immediatamente una traccia che permette di rilevare l’intrusione e intervenire subito.

La dimostrazione è particolarmente rilevante anche in vista della futura infrastruttura europea di comunicazione quantistica (EuroQCI), promossa dai 27 Stati Membri e dalla Commissione Europea, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Europea, alla quale l’Italia sta contribuendo con i propri centri di ricerca.

La dimostrazione è stata organizzata congiuntamente dal Prof. Angelo Bassi del dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste e dal gruppo di Comunicazioni Quantistiche dell’Istituto nazionale di ottica (Ino) del Cnr guidato dal Dr. Alessandro Zavatta nell’ambito del Progetto “Quantum FVG” finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. La realizzazione è avvenuta grazie alla collaborazione con il dott. Davide Bacco dell’Università della Danimarca DTU e all’azienda italiana di comunicazioni quantistiche QTI, nata come spin off del Cnr, con il supporto di TIM e Sparkle che hanno fornito i collegamenti in fibra ottica, assieme a Lightnet.