News

Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 06/03 - 13/03

 
 

Nell’ultima rassegna stampa di Dialoghi europei (6 marzo) avevamo segnalato un articolo che invitava a potenziare la diplomazia scientifica nei Balcani. In realtà, un’attività concreta di promozione e coordinamento in questo campo è svolta dall’Iniziativa centro europea (InCE). Siccome nessuno è profeta in patria, nemmeno a Trieste (dove ha sede il segretariato dell’InCE), non è stato dato rilievo pubblico a tale importante attività, di cui si trova invece ampia testimonianza sul sito del “Center for Science Diplomacy”:  (leggi

 

Il 10 marzo è stata firmata la dichiarazione comune con cui le tre Istituzioni cardine dell’UE (Parlamento, Consiglio e Commissione) hanno lanciato la Conferenza sul futuro dell’Europa. Molta acqua è stata versata nel vino di questo ambizioso progetto proposto da Emmanuel Macron poco dopo essere diventato Presidente. Ciò nonostante, la Conferenza rimane un’opportunità per l’Europa di riaffermare i suoi principi fondatori e riconsiderare il funzionamento delle sue Istituzioni. È un peccato che l’iniziativa abbia ricevuto così poca attenzione mediatica (anche la Commissione è stata particolarmente sobria nell’annunciare la firma della dichiarazione comune:  leggi), ma a volte non è negativo poter lavorare lontano dai riflettori.

 

La decisione del Presidente ungherese Viktor Orbán di ritirare i dodici europarlamentari del suo partito Fidesz dal gruppo del Partito popolare europeo è stata considerata da molti un momento di chiarezza politica ed istituzionale. Resta il fatto che prendendo lui stesso l’iniziativa di uscire dal PPE invece che attendere di esserne espulso Orbán si è dimostrato ancora una volta abile politico, capace di far apparire come una vittoria quella che in realtà è una potenziale ulteriore emarginazione. Ma si sa che anche di questo vivono da sempre i nazionalismi. Parla della situazione un interessante articolo apparso sul sito di “Affari Internazionali”:  (leggi

 

Non occorre essere fini analisti per osservare come la politica estera del Presidente serbo Alexander Vučić segua un approccio di scaltro pragmatismo, per non dire di doppiogiochismo: vocazione europea e fratellanza con la Russia. Resta il fatto che né Bruxelles, né Mosca costituiscono una minaccia armata per la Serbia e quindi male si comprende come Belgrado possa giustificare un rafforzamento del proprio esercito, prevedendo, oltre a maggiori finanziamenti, addirittura il ritorno della leva obbligatoria. Ma forse, come si dice nell’articolo pubblicato sul sito dell’Osservatorio Balcani Caucaso, quest’ultima è vista soprattutto come uno strumento di educazione della gioventù…: (leggi

 

Di fatto oscurate da quelle sulla pandemia, le notizie sulle implicazioni pratiche della Brexit fanno fatica a trovare il dovuto risalto. L’applicazione dell’accordo raggiunto in extremis tra Regno Unito ed Unione europea a fine 2020 risulta complicato, soprattutto per Londra e i rapporti tra i due partner si sono inaspriti. Il nodo più complesso è quello dell’Irlanda del Nord, come spiega l’articolo pubblicato su Sicurezza Internazionale: (leggi)

 

Per i cristiani ortodossi, la gerarchia si ferma al livello di patriarca, vale a dire del capo supremo si ciascuna chiesa autocefala. Manca volutamente una figura apicale come quella del papa nella chiesa cattolica, sostituita da un primus inter pares che è il patriarca ecumenico di Costantinopoli, attualmente Bartolomeo I. Questi, pur non avendo potere giurisdizionale sugli altri patriarchi, dispone tuttavia di alcune importanti prerogative, tra le quali quella di riconoscere l’autonomia di una chiesa nazionale. È quanto ha fatto un paio d’anni fa Bartolomeo, decretando l’autocefalia della chiesa Ucraina. Ciò gli ha attirato le ire della chiesa russa che ora, con l’interessato sostegno della Turchia, sta cercando una rivalsa, come spiegato in dettaglio in un articolo comparso sul sito di BaljkanInsight: (leggi)