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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 06/06 - 13/06

Storico” è stato (un po’ pomposamente?) definito l’accordo raggiunto in sede di G7 per una tassazione minima globale dei profitti delle multinazionali. Per molti paesi - tra cui senz’altro l’Italia - si profila all’orizzonte un incremento del gettito fiscale, generato dall’applicazione di disposizioni difficilmente contestabili sul verso dell’equità tributaria. Ma come è percepita questa novità nei paesi, come l’Irlanda, che ricavano grandi vantaggi dalla situazione attuale? Una risposta formulata in termini chiari e pacati è contenuta in un articolo dell’Irish Times: (leggi)

 

La nomina di un governo di unità nazionale in Libia, sotto la guida del Primo ministro Dabaiba, è stato un avvenimento di grandissimo rilievo, considerato che il paese è stato negli ultimi anni un vero e proprio campo di battaglia di una guerra civile combattuta anche per interposte forze straniere. Il significato di questo cruciale passaggio verso un minimo di normalizzazione è stato analizzato in un ampio saggio pubblicato sul sito di “crisisgroup.org” (leggi). Chi non potesse o volesse affrontare la lettura dell’intero documento, ma fosse comunque interessato all’argomento, troverà molti spunti interessanti nell’Executive Summary posto in apertura.

L’abilità politica di Recep Tayyip Erdoğan non ha bisogno di essere dimostrata. Il modo in cui riesce a garantire alla Turchia un ruolo centrale in un numero impressionante di aree di crisi (dalla Libia alla Siria, dal Mediterraneo orientale al Caucaso e persino all’Ucraina, solo per menzionarne alcune) lo rende un interlocutore indispensabile. Forte di questa posizione, si pone di volta in volta come alleato o come avversario degli altri attori che operano sulla scena internazionale, siano essi la Russia o la NATO. “Linkiesta” ha recentemente dedicato un bel articolo alla capacità di destreggiarsi del Presidente turco: (leggi)

Come spesso accade a dittatori e autocrati però, l’abilità indiscussa rischia di generare ambizioni sfrenate al limite della megalomania. Erdoğan sarà anche un eccellente stratega, ma non è detto sia un altrettanto ferrato economista: i suoi interventi in tema di politica monetaria stanno provocando la caduta libera della lira turca, come riferisce il sito di “Aljazeera”: (leggi)

I governi nazionali sono spesso inclini ad additare Bruxelles come causa ed origine di misure poco gradite dall’opinione pubblica (“ce lo impone l’Europa!”). Sorvolano invece spesso sulle loro carenze e i loro ritardi nell’applicazione di provvedimenti adottati in sede UE, a vantaggio dei cittadini europei. È pertanto utile che la Commissione ricordi di tanto in tanto le inadempienze degli Stati membri. Se molte di queste hanno essenzialmente un rilievo economico e amministrativo, in questi giorni l’esecutivo comunitario ha denunciato anche una trasgressione di particolare rilievo politico da parte della Germania e nientemeno che della sua Corte Costituzionale. L’argomento del contendere riguarda l’importantissimo principio della supremazia del diritto comunitario. Ne ha riferito Huffingtonpost.it: (leggi). La posizione della Germania ed alcuni commenti sulla vicenda formano l’oggetto di un esauriente articolo pubblicato sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung: (leggi)

Se i tabloid inglesi titolano a piena pagina sulle vicende della casa reale e i nomi di regine e principini, il mondo politico e soprattutto quello dell’economia del Regno Unito guarda con preoccupazione all’irrisolta disputa sull’accordo commerciale post-Brexit tra UK e UE. Uno dei punti più scabrosi riguarda il confine di fatto che separa ora la Gran Bretagna dall’Irlanda del Nord. L’Unione europea segnala esplicitamente che sta “perdendo la pazienza”, mentre anche da ambienti conservatori emergono critiche al modo con cui ha operato Boris Johnson durante i negoziati dello scorso anno. Chiaro e puntuale il resoconto della BBC: (leggi)

Per decenni, nell’occidente democratico, i conservatori hanno gridato all’egemonia culturale della sinistra, consapevoli tuttavia del “peccato d’origine” del pensiero di destra che non riusciva a tagliare le radici che affondavano nel primo Novecento. Con il sorgere del moderno “sovranismo” tali remore sono state spazzate via e l’opera di costruzione di una forte teoria di destra è ben lanciata. I paesi dell’Europa centro-orientale sono in prima linea, e non passa quasi giorno senza che nuove iniziative vengano lanciate in questo senso. Vale la pena soffermarsi sui programmi del governo polacco in materia di pubblica istruzione, di cui parla un articolo di “Eastjournal”: (leggi). Per chi poi volesse documentarsi direttamente in merito all’istituzione universitaria di cui si parla nell’articolo, il sito del Collegium Intermarium è: (leggi). Infine, per sapere qualcosa di più circa l’iniziativa del governo Morawiecki relativa all’introduzione di un “Nuovo Ordine Polacco”, si può vedere cosa ne dice il sito del Visegrád Post (giornale online che si dichiara “di opinioni conservatrici e cristiana”): leggi