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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 29/11 - 05/12


Chissà come mai il trentennale di un avvenimento che ha cambiato il modo di muoversi in Europa è stato snobbato da molta stampa. Il 27 novembre 1990 l’Italia ha infatti aderito alla Convenzione di Schengen, inizialmente promossa da Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. Qualche anno dopo, ultimati i preparativi tecnici, gli italiani hanno potuto entrare ed uscire dal loro paese e attraversare mezza Europa senza più dover esibire un documento alla frontiera. Un cambiamento che ha dato concretezza ai principi della libera circolazione di persone e merci, ma che molti sembrano aver dimenticao. Ci aiuta a ricordare l’Osservatorio Italia Germania Europa: (leggi).

 

Il Parlamento europeo è l’istituzione dell’UE con la maggiore legittimazione democratica, in quanto i suoi membri sono eletti direttamente dai cittadini. Eppure, le elezioni europee sono ancora caratterizzate da procedure diverse da paese a paese, con campagne elettorali spesso incentrate su problematiche nazionali, con candidati che a volte sembrano puntare ad un seggio al PE più per ripiego che per la volontà di spendersi per il progetto europeo. È quindi benvenuta l’iniziativa del Parlamento stesso che ha approvato una risoluzione per la riforma del proprio processo elettorale, il cui contenuto è stato illustrato da Euractiv.com: (leggi

 

Più volte questa rassegna stampa ha segnalato articoli e commenti relativi da un lato, alle iniziative e provocazioni turche nel Mediterraneo orientale, e, dall’altro, all’ambiguo rapporto tra Turchia e Russia, avversarie su molti fronti, ma attente a non farsi (troppo) male. Aggiunge un interessante tassello a questo quadro complesso il testo pubblicato sul sito de “Il Caffè Geopolitico”, che punta il riflettore sul Mar Nero e in particolare sui paesi che vi si affacciano: (leggi

 

Se al prossimo vertice di metà mese dei Capi di Stato e di Governo la Presidenza tedesca non riuscirà a far cadere il veto di Polonia ed Ungheria con riguardo al bilancio dell’Unione per il settennato 2021-2027, a gennaio tutti i programmi e le attività dell’UE potranno continuare solo con una formula di “gestione corrente”. Non si tratta quindi soltanto del Recovery Fund, ma dell’intero funzionamento dell’Unione. Trovare un compromesso sarebbe quindi un’assoluta necessità, ma, a detta di Politico.com, in casi estremi i Venticinque potrebbero anche mettere nell’angolo Orbán e Kaczyński: (leggi).

 

Quale sia la reale situazione in Libia, è difficile immaginare. Chi controlla cosa, quali bande o eserciti sono in azione, che mercenari siano sul terreno: sono quesiti che probabilmente nemmeno negli ambienti diplomatici hanno risposte chiare ed univoche. Eppure, all’interno di questo non-Stato c’è chi ha l’abilità di muoversi e fare affari, magari senza dare troppa pubblicità al proprio operato. Così la notizia della “missione” in Libia di Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’italiana Eni, ha trovato rilievo soprattutto su siti che si occupano di problematiche energetiche. Ma c’è un’interessante eccezione, il sito russo in lingua italiana “Sputnik”, sul quale la visita di Descalzi ha trovato ampio spazio: Mosca è troppo coinvolta in Libia per non tenere un faro puntato su tutto quello che vi succede: (leggi).

 

A chiusura della rassegna odierna, non un articolo, ma alcune immagini del fotografo e giornalista Mario Boccia, pubblicate sul portale dell’Osservatorio Balcani Caucaso. Ogni commento sarebbe fuori luogo:  (guarda