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I mille fronti del conflitto siriano

E’ una tragica scia di morte e di terrore, quella che lascia dietro di sé la bandiera nera Califfo in ampie zone della Siria e dell’Iraq. Una scia di violenze inaudite, che colpiscono i civili ma anche i minori, i bambini di otto o dieci anni scampati per puro caso ad omicidi, oppure vittime di rapimenti, di abusi sessuali e mutilazioni.   

A cercare di fronteggiare questa situazione sul piano umanitario, c’è una task force dell’ONU, composta da giovani instancabili che è stata guidata fino a pochi mesi fa dal dott. Marzio Babille, responsabile Unicef per l’Iraq.  “Un punto di riferimento per molti” – così lo descriveva La Stampa - “considerato interlocutore privilegiato delle autorità curde e irachene, ma anche dei Peshmerga, delle autorità civili e religiose e della gente”. Babille è triestino, e per la sua attività come  rappresentante dell’Unicef i cronisti triestini lo hanno premiato nel 2006 con il San Giusto d’Oro.

Roberto Iannuzzi è un arabista, studioso di questioni mediorientali, collaboratore dell’Istituto Affari Internazionali, ricercatore presso l’Unione delle Università  del Mediterraneo (Unimed).

Ha pubblicato due anni fa il volume “Geopolitica del collasso: Iran, Siria e Medio Oriente nel contesto della crisi globale”, Castelvecchi editore.Oltre ad aver lungamente curato il webzine “MedArabNews”, di approfondimento sul Medio Oriente e aver scritto articoli per diverse testate italiane, Iannuzzi ha collaborato con il Budapest Centre for the International Prevention of Genocide and Mass Atrocities.

 

 

 


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