Il patto di stabilità e crescita, con il quale gli Stati membri si sono impegnati a tenere sotto controllo le politiche di bilancio, risale alla fine degli anni ’90, prima ancora che l’Euro entrasse in circolazione. Nonostante nel corso degli anni sia stato oggetto di modifiche anche significative, è rimasto al centro del dibattitto che ha visti contrapposti, al solito, i paesi “frugali” a quelli più flessibili nella gestione del bilancio pubblico. Praticamente tutti sono però dell’avviso che una riforma strutturale del patto sia ora necessaria. La Commissione ha da poco presentato una Comunicazione in merito (vedi) destinata a fungere da base di discussione tra le capitali. La materia è delicata e complessa in quanto incide anche sugli spazi politici dell’azione dei governi. In un articolo pubblicato sul sito dell’Istituto Affari Internazionali, di cui è Presidente, Ferdinando Nelli Feroci (ex Rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea che soci e simpatizzanti di Dialoghi europei ben conoscono per il contributo a vari eventi del nostro Centro studi), ha illustrato in termini chiari e rigorosi le idee messe sul tavolo dalla Commissione: leggi.
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