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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali a cura di Paolo Gozzi - 13/11

Nell’immediato secondo dopoguerra, la rinascita della stampa e in generale dei media tedeschi avvenne sotto la supervisione (e la censura) dell’Information Control Division del Governo militare americano che perseguiva il duplice scopo di denazificare l’informazione e di adeguarla agli standard della democrazia liberale statunitense. La netta separazione tra il resoconto dei fatti e la formulazione di opinioni divenne una sorta di imperativo categorico che in qualche modo sopravvive ancora nella deontologia del giornalismo tedesco. Segue questo principio un articolo pubblicato nella sezione in lingua italiana del sito della WDR-Westdeutscher Rundfunk, nel quale si forniscono tutte le informazioni essenziali riguardanti il posizionamento della Cina nei principali porti europei, in particolare Amburgo e Trieste: leggi.

 

Si dice che gli dei accechino chi vogliono perdere e forse sono proprio strali celesti quelli che hanno gettato nel caos il partito conservatore britannico, improvvisamente incapace di proporre una leadership credibile per il paese, pur disponendo di una larga maggioranza parlamentare. Chi ne ha approfittato senza dover fare grandi sforzi è il segretario del partito laburista Keir Starmer che, stando ai sondaggi, uscirebbe grande vincitore nel caso il Regno Unito andasse prossimamente alle urne (dicembre 2024 è tuttavia la scadenza naturale della legislatura). Come tra i Tory, anche tra i laburisti le frammentazioni sono significative e il passaggio da un leader della sinistra quale Corbyn ad uno assai moderato come Starmer non è ancora stato totalmente riassorbito dalla base. Un articolo di Startmag propone un utile sunto delle varie posizioni in campo: leggi.

 

Già lo scorso marzo (ma anche nel 2021 e nel 2020) questa rassegna stampa ha proposto la lettura di articoli o commenti riguardanti Alexander Langer, i suoi scritti e le sue iniziative. Lo facciamo nuovamente oggi, ricordando la cittadinanza onoraria postuma concessa a Langer dalla città bosniaca di Tuzla, seguendo l’esempio di Sarajevo. Langer è stato tante cose nella sua breve e tormentata vita: giornalista, scrittore, eurodeputato, ecologista… Ma è stato soprattutto un “operatore di pace”, caparbiamente convinto della necessità della convivenza fin dai suoi anni giovanili in Sud Tirolo, eppure conscio che “di fronte ad una politica di sedicente neutralità, noi [dobbiamo stare] dalla parte degli aggrediti e delle vittime”, come scrisse a proposito dell’assedio di Sarajevo. Della cerimonia di Tuzla ha riferito il sito dell’Osservatorio Balcani-Caucasoleggi.

 

Se da un lato l’aggressione russa all’Ucraina ha visto una risposta sorprendentemente unitaria da parte degli Stati membri dell’UE, dall’altro la crisi energetica e poi economica che ne è scaturita è diventata motivo di dispute e divisioni. Si tratta dell’ennesimo esempio di come solo una forte leadership da parte delle autorità di Bruxelles (e di quelle della Commissione in particolare) riesca a produrre un approccio unitario. Ogniqualvolta gli Stati membri pensano sia più vantaggioso intervenire autonomamente, magari lanciando slogan del tipo “prima i nostri cittadini”, inevitabilmente si aprono linee di conflitto con altri paesi. In fondo, l’Unione europea è nata proprio per evitare che prevalga l’egoismo degli Stati nazionali. Compito della Commissione è anche quello di vigilare affinché ciò non avvenga, come evidenziato dal contenzioso avviato con la Polonia in merito alla riduzione unilaterale di alcune aliquote IVA. Ne ha scritto Euractiv.itleggi.

 

Mentre nei lunghi anni del cancellierato Merkel si dava per scontato che qualsiasi importante mossa decisa a Berlino fosse in qualche modo concordata con Parigi (e viceversa), da quando Olaf Scholz è alla guida del Governo tedesco il coordinamento tra le due capitali sembra essere meno intenso. Ultima riprova ne è la proposta formulata proprio da parte tedesca di una ripresa dei negoziati commerciali con gli Stati Uniti. Probabilmente l’idea è partita dal Ministro delle Finanze Lindner (FDP), da sempre sostenitore del liberoscambismo; ma sorprende che il Cancelliere l’abbia fatta propria, suscitando reazioni negative a Parigi, dove il Ministro Lemaire critica duramente le politiche statunitensi in materia di commercio, ma anche a Bruxelles e persino a Washington. Il quadro della situazione è tracciato da Politico.euleggi.

 

La guerra in Ucraina non era alle viste e la globalizzazione era ancora considerata una colonna portante dei rapporti economici planetari quando l’Unione europea definì la Cina “un partner, un concorrente economico e un rivale sistemico” (leggi). Tre anni e mezzo dopo, con un’incertezza assoluta su come potranno concretizzarsi i nuovi rapporti bi- e multi-laterali quando finalmente taceranno le armi, con il rischio che la Russia diventi il grande malato del mondo al cui capezzale si affolleranno “amici” interessati e con un Presidente cinese appena rieletto praticamente a vita, il dialogo tra Bruxelles e Pechino deve farsi più fermo e concreto. La censura cinese di un discorso del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel e – per quanto se ne sa – i contenuti di tale discorso sembrano indicare un’evoluzione in tal senso. Del caso ha scritto Formiche.netleggi.