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Messaggio da parte del Rappresentante Permanente d'Italia presso la NATO

In vista della conferenza "Quale NATO - e quale difesa europea - dopo la guerra russo-ucraina?" di giovedì 11 aprile alle ore 17:30 al Circolo della Stampa di Trieste, l'Ambasciatore Marco Peronaci, Rappresentante Permanente d'Italia presso la NATO, ci ha fatto l'onore di inviarci il messaggio qui di seguito. Desidero ringraziarlo pubblicamente a nome mio personale e di Dialoghi Europei!
 
Giorgio Perini
Presidente di Dialoghi Europei
 
Immagine: MAECI
 
 
 
Caro dott. Perini,
 
Generale Camporini,
 
Professore Spitaleri,
 
Gentili ospiti,
 
Le sono molto grato per avermi voluto coinvolgere alla conferenza odierna da lei promossa insieme a Dialoghi Europei e ricordo ancora con piacere la nostra ottima collaborazione alla Rappresentanza permanente presso l’Unione europea durante gli anni del mio precedente incarico a Bruxelles come Rappresentante presso il Comitato Politico e di Sicurezza dell'UE. Avrei partecipato quindi con molto interesse a questo dibattito sul ruolo della NATO e sulle sfide dell’Alleanza al suo 75° Anniversario, tema su cui i Ministri degli Esteri hanno avuto modo di confrontarsi solo pochi giorni fa a Bruxelles. Purtroppo non mi consentono di essere lì presente altri impegni istituzionali, tra cui un’iniziativa promossa, proprio su questi temi, dal Comando congiunto interforze di Napoli, fiore all’occhiello dei tanti centri NATO che il nostro Paese ha l’onore di ospitare sul proprio territorio. Il tema dunque è quanto mai attuale e sono certo che il livello dei relatori offrirà una prospettiva assolutamente esaustiva del percorso che l’Alleanza ha intrapreso ormai molti decenni or sono e di come essa sia stata in grado di sviluppare nuove capacità che la rendano resiliente rispetto ad un contesto securitario decisamente più complesso di quello delle sue origini.
 
Lo scorso 4 aprile, in occasione della Ministeriale Esteri e in presenza del Vice Presidente e Ministro Antonio Tajani, abbiamo solennemente celebrato l’alleanza più duratura e di successo della storia. Un’Alleanza che oggi tutela la sicurezza di un miliardo di persone nella regione euro-atlantica e che è unita e determinata nel difendere l’Ucraina contro la brutale e ingiustificata aggressione russa. Si tratta di una sfida generazionale, che vede impegnati gli Alleati a difendere la pace in Europa, a tutelare l’ordine internazionale basato sulle regole e a ribadire il valore della democrazia. Si tratta di obiettivi che la NATO persegue con una prospettiva a 360 gradi, che si sviluppa sia in un’ottica multidominio, sia sul piano della sicurezza cooperativa. Per questo motivo l’Alleanza sta ponendo crescente attenzione alle sfide cibernetiche, all’intelligenza artificiale, alla disinformazione e alle infrastrutture critiche, rilanciando al contempo i rapporti con i propri partner al fine di avviare approfonditi programmi di cooperazione, mutualmente vantaggiosi, che possano rafforzare il nostro perimetro di sicurezza lungo tutto l’arco di crisi alle frontiere della NATO. Proprio su quest’ultimo tema, alla Ministeriale della scorsa settimana è stato presentato il rapporto redatto dal Gruppo indipendente di Esperti sul Sud – nominato dal Segretario Generale Stoltenberg e di cui fa parte anche il Generale Alessio Nardi – quale tappa importante del processo di riflessione attualmente in corso sul nostro fianco meridionale e che si completerà al prossimo Vertice di Washington. Mantenere alta l’attenzione dell’Alleanza sul Sud è una priorità nazionale per il nostro Paese, perché non possiamo farci trovare impreparati rispetto alle minacce strategiche che i nostri competitor possono porre – e che di fatto giù pongono – sfruttando l’attuale situazione di instabilità che contraddistingue molte aree del nostro vicinato meridionale. Sono argomenti su cui coinvolgeremo ulteriormente gli Alleati anche in occasione di un articolato e significativo viaggio in Italia dei Rappresentanti Permanenti presso la NATO, che accompagnerò la settimana prossima in visita ad alcune delle tante eccellenze italiane nel campo dell’industria della difesa, della ricerca militare e delle tecnologie al servizio della nostra sicurezza.
 
Come ha avuto modo di ricordare recentemente anche il Presidente Mattarella, la scelta di aderire alla NATO come paese fondatore è stata per l’Italia una scelta estremamente lungimirante che ci ha visti protagonisti in una comunità di difesa che si è allargata e rafforzata nel corso degli ultimi decenni, da ultimo con l’ingresso della Finlandia e della Svezia. Abbiamo oggi la responsabilità di proseguire con rinnovato slancio su quel percorso, e sono certo che i dibattiti di oggi potranno offrire spunti certamente preziosi per immaginare il nostro ruolo nella NATO dei prossimi anni.
 
Amb. Marco Peronaci