All’inizio del conflitto in Ucraina, l’insistenza russa nel definire l’azione militare una “operazione speciale” e non una “guerra” è stata oggetto di innumerevoli discussioni - ed anche di ironia. A distanza di sei mesi, guardando a quanto accaduto dobbiamo riconoscere che questa “guerra” ha invero assunto caratteristiche molto particolari. Colpisce come nelle regioni ucraine non direttamente coinvolte la vita scorra più o meno normalmente, come molti dei profughi della prima ora siano rientrati nelle zone d’origine, come lo stesso Governo Zelensky continui ad essere operativo e ad occupare molte sedi istituzionali. Cominciano a circolare definizioni già usate in passato (“guerra di posizione”, “guerra di logoramento”), ma anche nuove (“guerra cibernetica” e, soprattutto, “guerra ibrida”). Questo riflette l’evoluzione della teoria e degli approcci bellici, il cui concetto probabilmente dovrà essere aggiornato quando questo conflitto sarà finito. Per comprendere come si sia giunti a questa nuova forma di “guerra moderna”, ci aiuta l’analisi proposta dal sito Osservatorioglobalizzazione.it: leggi.
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