Nel riferire i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Romania, vinte da George Simion, leader del partito ultranazionalista
Alleanza per l’Unione dei Rumeni, il
Luxemburg Times ha sottolineato che il voto ha inflitto “
un colpo all’establishment al potere […] in un clima di indignazione per la corruzione persistente e la povertà” (
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Il problema della corruzione è di certo comune a molti paesi ed è un fenomeno in crescita. Secondo
Transparency International anche in Europa occidentale “
Molti leader servono gli interessi delle imprese piuttosto che il bene comune e le leggi sono spesso applicate in modo inefficace” (
leggi).
D’altra parte va detto che in molti casi la percezione della corruzione varia da paese a paese e che “
affidarsi alle percezioni potrebbe essere fuorviante” come sostiene
l’Eurispes.it (
leggi), ma non si può negare che proprio quanto i cittadini percepiscono sia determinante nelle loro scelte di voto. Ciò vale anche
a contrario, quando si considera cioè cosa i cittadini
non percepiscono come corruzione.
Una sintetica analisi dell’
Organized Crime and Corruption Reporting Project ha ad esempio evidenziato che “
i serbi ritengono che piccoli doni ai medici non siano corruzione” (
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Nella vicina Macedonia del Nord i sentimenti della popolazione non saranno probabilmente molto diversi, ma l’attenzione per le accuse di corruzione negli organi dello Stato è sempre molto alta.
È quanto sta succedendo ora con la denuncia nei confronti del capo della Commissione anticorruzione Tatjana Dimitrovska, accusata di aver avuto contatti con un imputato in un caso di corruzione di grande rilievo: ne ha scritto
BalkanInsight –
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