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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 28/05 - 03/06

I sostenitori della Brexit ipotizzavano (ed ipotizzano) un Regno Unito più ricco e forte grazie all’abbandono di un approccio europeo fondato sul multilateralismo a favore della ricerca di contatti ed accordi bilaterali. Il futuro sarà giudice. Intanto però dobbiamo drammaticamente constatare che anche la Russia ha cancellato il multilateralismo dai propri rapporti con paesi ed organizzazioni internazionali. In fondo, la guerra in Ucraina costituisce l’epifenomeno di questo profondo mutamento di rotta della politica russa. Di questo parla l’interessante articolo di Igor Pellicciari pubblicato da formiche.netleggi.

 

Chissà quanti anni passeranno prima che si riescano a percepire compiutamente tutte le conseguenze che la guerra in Ucraina avrà per l’Unione europea. Per il momento quest’ultima sembra in preda ad una frenesia decisionale che certo è giustificata dalla situazione internazionale, ma rischia di produrre soluzioni solo parziali per problemi complessi: la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Uno dei casi più lampanti riguardano la politica europea di difesa, oggetto di un’interessante analisi di due ricercatori dell’Istituto Affari Internazionali, pubblicata da Linkiestaleggi.

 

Emmanuel Macron è senz’altro un europeista convinto, differenziandosi in questo da molti suoi predecessori all’Eliseo. Ciò non significa tuttavia che rinunci a dare la precedenza agli interessi nazionali. Ne sono un esempio le molteplici dichiarazioni solenni sui Balcani occidentali, regione nei confronti della quale Parigi ha un interesse geopolitico molto minore di altri Stati membri (Germania ed Italia in primis). Tali dichiarazioni di fatto hanno sempre allontanato la prospettiva di adesione, che per la Francia (e per i francesi) non sembra proprio una priorità. La situazione è ben presentata in un articolo pubblicato sul sito dell’ISPIleggi.

 

Dai tempi del vertice UE di Salonicco (2003) che sancì la “vocazione” dei Balcani occidentali ad aderire un giorno all’Unione europea, il francese Pierre Mirel, Direttore alla Commissione, è stato una figura chiave in tutti i negoziati svolti con i sei paesi in questione. Il sito del CESPI ne ha ora pubblicato una recentissima riflessione sullo stato di avanzamento e le prospettive dell’allargamento, integrata da una proposta per un nuovo approccio “a fasi” del processo di adesione. Il testo (in inglese) che fornisce un quadro chiarissimo della situazione nei singoli paesi e nella regione nel suo insieme, costituisce un sussidio utilissimo per chi desideri disporre di un’accurata visione del contesto balcanico attuale: leggi.

 

Ad oltre duecento anni dall’indipendenza greca e a quasi cento dalla fine dell’impero ottomano, i rapporti tra Grecia e Turchia continuano ad essere tormentati. Le dispute sono anche di natura territoriale (sovranità su alcune isole dell’Egeo), ma più in generale si nutrono di retorica nazionalista. Il protagonismo di Erdoğan nel contesto della guerra in Ucraina e la sua opposizione all’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO hanno offerto al Primo ministro greco Mitsotakis l’occasione per attaccare il Presidente turco, che non ha perso l’occasione per ribattere con durezza (leggi cosa ne ha scritto Linkiesta qui). Quanto profondo sia il dissidio e quanto le sue radici siano ormai di natura quasi culturale si evince dall’interessante articolo pubblicato sul sito in inglese del quotidiano Kathimerinileggi.

 

Questa piccola rassegna stampa di Dialoghi europei cerca di proporre all’attenzione di chi la legge notizie e commenti che per una ragione o per l’altra trovano poco spazio nei principali mezzi d’informazione. Le letture suggerite sono in genere legate all’attualità e sono state pubblicate nei giorni precedenti la diffusione della rassegna. Questa settimana proponiamo tuttavia un articolo originariamente pubblicato su L’Alto Adige ben 27 anni fa. Si tratta di un articolo scritto da Alexander Langer poco più di un mese prima di suicidarsi. Non è tuttavia un testamento morale, è semplicemente un articolo di giornale; ma in questi giorni di guerra (come erano di guerra i giorni in cui fu scritto) è un testo che ci invita a riflettere sulla pace, su come la si deve cercare, su come la si può ottenere. L’articolo è disponibile sul sito della Fondazione Langerleggi. Un articolo scritto invece solo qualche giorno fa che propone una lettura del pacifismo di Alexander Langer è apparso sul sito di SapereAmbienteleggi.