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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali a cura di Paolo Gozzi - 19/06

Pur nella diversità delle parole d’ordine e degli slogan utilizzati, i partiti di destra che stanno conseguendo significativi successi elettorali in Europa sono connotati da tratti (ideologici) comuni quali un certo autoritarismo, il populismo e il nazionalismo. Se in qualche paese quest’ultimo assume un apparentemente innocuo invito ad anteporre il proprio interesse “patriottico” a quello di qualsiasi altra “nazione”, in altri può assumere una connotazione più assertiva e più marcata. È il caso della Spagna, dove le pulsioni accentratrici e nazionalistiche con un retroterra storico di matrice franchista sono diventate potenti armi politiche in mano al partito Vox, ammirato e sostenuto anche da Giorgia Meloni. Proprio per il nazionalismo che lo connota, un possibile successo di Vox alle prossime elezioni rappresenterebbe un grave ostacolo alla conclusione di un accordo tra Spagna e Regno Unito in merito alla situazione di Gibilterra, accordo che sembrava finalmente vicino grazie al pragmatismo del Primo ministro Sánchez. Un’analisi di quanto sia in gioco è fornita da Geopolitica.infoleggi.

 

La controffensiva Ucraina sembra essere stata lanciata, ma sembra altrettanto vero che non sarà un’azione militare decisiva, in grado cioè di determinare le sorti del conflitto e quindi di designare un vincitore ed un vinto. Si affaccia quindi sempre più insistentemente il fantasma di una guerra lunga, per la quale è difficile immaginare una vittoria militare netta e tale da rappresentare un nuovo punto di partenza. Avviare negoziati anche a guerra in corso è quindi un’ipotesi che sta trovando sempre più sostenitori. Anche un ampio articolo di Foreign Affairs si fa sostenitore di questa via, pur riconoscendo che il massimo risultato cui si potrà verosimilmente giungere sarà la conclusione di un cessate il fuoco sul modello coreano: leggi.

 

Se non altro per la località e la posizione in cui sono stati in genere edificati, monasteri ed abazie diffondono un clima di quiete e serenità che ne fanno luoghi unici per ubicarvi simposi e convegni durante i quali scambiare opinioni in modo pacato e fecondo. Il think-tank italiano Vision ha scelto ad esempio la Certosa di Pontignano, nel senese, per organizzare un incontro di alto livello in cui si è discusso di futuro dell’Europa nella prospettiva delle elezioni europee del 2024. Rappresentanti dei principali raggruppamenti politici del Parlamento europeo hanno illustrato visioni ed idee anche profondamente divergenti, comunque accomunate dal principio dell’imprescindibilità dell’UE. La sintesi delle discussioni è disponibile sul sito di Vision (leggi). Molto interessanti sono le interviste raccolte da Euractiv.it con due dei protagonisti del dibattito, Romano Prodi (leggi) e il parlamentare europeo Robert Roos, vicepresidente del Gruppo dei Conservatori e riformisti europei, di cui fa parte Fratelli d’Italia: leggi.

 

Nei Balcani non è raro che, anche quando storiche contrapposizioni sembrano lasciar posto a soluzioni di compromesso, una o l’altra delle parti in conflitto avanzi nuove richieste riportando ogni negoziato alla situazione di partenza o quasi. Sta avvenendo nuovamente in Macedonia del Nord, dove il dialogo per ricomporre la diatriba sulle origini linguistiche e culturali con la Bulgaria è nuovamente in stallo. Per superare l’impasse, cedendo alle pressioni di Sofia in cambio di una promessa da parte bulgara di non ostacolare più il percorso di adesione all’UE, l’esecutivo macedone deve trovare un accordo con l’opposizione, che però esigerebbe di entrare nel governo. Il quadro attuale è illustrato da un articolo di Eastjournalleggi. La complessa storia della regione che ha portato ai problemi odierni è efficacemente riassunta in un testo pubblicato dall’Osservatorio mediterraneo (Osmed)leggi.

 

La gestione per certi versi imbarazzante di alcune importanti opere pubbliche in fase di realizzazione a Trieste ed i ritardi di esecuzione che ne derivano, sono motivo di giusta indignazione da parte della cittadinanza. Pochi sottolineano tuttavia come questa situazione sia la diretta conseguenza di un impoverimento qualitativo della pubblica amministrazione, che negli anni ha lasciato partire e non ha voluto o saputo sostituire molti tecnici esperti e capaci. Le polemiche a livello nazionale sulla realizzazione del PNRR indicano del resto che il problema non è solo triestino. Nessuna pubblicità viene però data all’esistenza di un servizio apposito della Commissione europea, la Direzione generale REFORM, che mette a disposizione degli Stati membri un apposito strumento di sostegno tecnico-amministrativo che consenta la realizzazione ottimale delle necessarie riforme. La DG REFORM è guidata dall’italiano Mario Nava, che è stato recentemente intervistato da Euractiv.itleggi

 

Sono solo sette, su ventisette totali, i ministri degli esteri di paesi UE che hanno firmato un documento con il quale si invoca l’estensione del voto a maggioranza qualificata in materia di Politica estera e di sicurezza comune. Mancano le firme dei ministri francese, italiano, polacco e di tanti altri, ma sono presenti quelle dei rappresentanti di Germania, Benelux, Spagna, Slovenia e Romania. Si tratta quindi di una presa di posizione rilevante, anche perché il documento (pubblicato da Politico.eu – leggi) non è un semplice appello, ma indica pragmaticamente quali possibilità esistano già oggi – senza mettere mano ai Trattati – per superare gli indugi e i ritardi tante volte causati dall’esigenza di voto unanime su questioni che richiederebbero decisioni tempestive. Il documento è stato commentato da un articolo di Formiche.netleggi