Una ricerca pubblicata sulla
International Review della Croce rossa nel 2006 (
leggi) nota che “
storicamente, il diritto internazionale umanitario è stato rivisto in modo sostanziale ogni venticinque o trent’anni” con adeguamenti che “
sia attraverso il diritto consuetudinario sia mediante nuovi trattati multilaterali, sono sempre andati nella direzione di una maggiore e più ampia protezione”.
Il testo sostiene anche che gli adeguamenti sono determinati da “
conflitti specifici che hanno messo in luce le carenze del diritto esistente”, e fornisce numerosi esempi a supporto di questa tesi. Significativamente, nel titolo si richiama il proverbio francese “
à la guerre comme à la guerre” (che può essere reso con “
in guerra tutto è permesso”), quasi a suggerire come ogni sviluppo del diritto umanitario prenda avvio da tempi bellici in cui nessuna regola viene rispettata. Chissà cosa ci riserverà quindi il futuro, dopo l’attuale fase in cui l’efferatezza dei conflitti in corso si fa beffe di principi e diritti e, come ha scritto
Avvenire, in cui “
si combatte anche un’altra guerra […] contro il diritto, i diritti fondamentali, i tribunali internazionali, le Nazioni Unite” (
leggi).
La sensazione di impotenza dei cittadini del mondo nei confronti dei casi più lampanti di crimini di guerra (di Putin e Netanyahu ha scritto
il Riformista:
leggi) non riesce a tradursi in azioni concrete da parte di molti Governi, che preferiscono ignorare le condanne del
Tribunale penale internazionale (
TPI) e giungono a criticare aspramente l’Istituzione, fino a scegliere di abbandonarla come ha fatto l’Ungheria (
leggi quanto scritto in merito dal
Legal Bulletin). Ma la crisi della giustizia internazionale è palese non solo per gli aspetti penali, bensì anche per quelli dei diritti universali.
Lo dimostra la lettera di nove Capi di Stato e di Governo dell’UE alla
Corte europea dei diritti dell’uomo, in cui quest’ultima è accusata di limitare la capacità degli esecutivi di prendere decisioni in materia di politiche migratorie (
leggi quanto riferito dall’
AGI, ma
leggi anche l’appello degli accademici di
Les Printemps du Droit in risposta a tale lettera).
Parole chiave: Diritto internazionale, Crimini di guerra, Corte europea dei diritti dell’uomo |