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Non è ancora finito il primo quarto di questi anni 2000, eppure in Europa sembra di vivere in quell’atmosfera ottocentesca fin de siècle percorsa da un senso di declino, crisi e transizione verso qualcosa di sconosciuto.
Si cerca di capire se i nostri pensieri individuali siano condivisi da altri, se il nostro personale smarrimento sia anche quello di chi ci sta intorno. Razionalmente, diventa interessante analizzare l’opinione dei cittadini rilevata da fonti statistiche serie e scientifiche.
È appena stato pubblicato il sondaggio dell’Eurobarometro, l’indagine demoscopica più importante condotta a livello europeo. Il risultato più significativo, e forse anche più sorprendente, è che “il tasso di approvazione dell’UE raggiunge il 74%, un livello record dal 1983”, come ha titolato Euractiv (leggi). In tale scenario, spicca il relativo euroscetticismo degli italiani: ne scrive EUNews che sintetizza la notizia con un perentorio “L’Unione europea? Agli italiani piace poco”, anche se poi segnala che in realtà rispetto ad un anno orsono “c’è […] un 4 per cento di italiani che passa dalla categoria ‘non so’ alla categoria ‘il Paese ha beneficiato’ dallo status di stato membro” (leggi).
Un altro sondaggio molto interessante, centrato sul giudizio dei cittadini europei in merito al mutato scenario internazionale dopo l’inizio della nuova presidenza Trump, è stato pubblicato dal Groupe d’Études Géopolitique (leggi).
Anche in questo caso, la posizione degli italiani si differenzia per molti aspetti da quella espressa negli altri paesi: sul pericolo di guerra in Europa, sul giudizio su Trump, sull’estensione dell’ombrello nucleare francese, ma soprattutto “l’Italia si distingue [per essere] l’unico paese del sondaggio in cui la maggioranza (59%) si oppone a un incremento dell’impegno militare a sostegno dell’Ucraina”.
Parole chiave: Crisi di valori, Eurobarometro, Apprezzamento UE |
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