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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali a cura di Paolo Gozzi - 03/12

Il vento di destra che soffia sull’Europa sembra rinforzarsi ad ogni tornata elettorale. I partiti che cercano di fermarlo paiono incapaci di presentarsi con un’offerta programmatica appetibile per l’elettorato e, di fronte a messaggi nazionalistici sempre più virulenti, anche la semplice difesa di principi irrinunciabili diventa problematica. Vacilla pure la capacità di costruire un antemurale come ai tempi del Front républicain contro Jean-Marie Le Pen in Francia (il ruolo che ebbe nel 2002 è ricordato sul Mulinoleggi). Nei Paesi Bassi, la vittoria di Geert Wilders non è detto che gli consenta di andare al potere, ma i suoi avversari sono lungi da rappresentare un fronte unito (si può leggere in merito su Internazionale – leggi – e la BBC – leggi). In Italia, intanto, con la proposta del presidenzialismo (o sue varianti) Giorgia Meloni sta lavorando per scongiurare che in futuro alleanze di forze progressiste ostacolino il permanere al potere delle destre (è significativo il riferimento alla “madre di tutte le riforme”, come riportato dall’ANSA: leggi). Il pericolo principale, tuttavia, non sembra essere tanto in una singola riforma, quanto nella pervasività dell’occupazione degli spazi istituzionali. Un esempio che obbliga a riflettere è quello della Polonia, dove l’opposizione vincente alle elezioni è destinata ad incontrare mille difficoltà nell’esercizio della propria azione dopo che per otto anni il PiS ha infiltrato tutti i gangli istituzionali. Ne ha scritto BalkanInsightleggi.

 

Deciso a far sentire la propria voce in tutti gli attuali scenari di guerra, Recep Tayyip Erdoğan sembra voler smentire chi ritiene che il potere logori. La sua rielezione a Presidente nel maggio scorso è intervenuta dopo oltre vent’anni di esercizio del potere e finora il preannunciato indebolimento (di cui aveva parlato l’ANSA: leggi) non si è manifestato. La vittoria di Erdoğan è stata anche la sconfitta del leader dell’opposizione, Kemal Kılıçdaroğlu, che ora ha dovuto lasciare la guida del Partito popolare repubblicano al suo giovane sfidante Özgür Özel (la notizia è riportata da Eastjournalleggi). Per segnare un immediato cambio di passo dell’opposizione, Özel ha creato un “governo ombra” che controbatta punto su punto tutte le iniziative del Governo. Le finalità di questa mossa sono illustrate a BalkanInsight dalla Ministra-ombra della Giustizia Gökçe Gökçen (leggi). Nel frattempo, la situazione economica della Turchia resta critica e la Banca centrale ha dovuto innalzare il tasso di sconto al 40%, come riportato dal Sole24Oreleggi.

 

Assieme a PoliticoEuractiv è una delle piattaforme d’informazione sull’Unione europea più nota e consultata a Bruxelles e nelle capitali. In un articolo a firma del suo general editor della versione italiana, Giorgia Meloni viene ironicamente ringraziata per aver abbandonato l’anti-europeismo degli anni in cui era all’opposizione ed incitata a proseguire sul cammino intrapreso. I mesi e gli anni a venire ci diranno se il Governo italiano ritornerà ad essere un motore dell’integrazione europea; per intanto annotiamo il fatto che il Ministro Tajani ha associato l’Italia al gruppo di paesi favorevoli alla riduzione dei voti all’unanimità, come sottolineato dallo stesso articolo di Euractivleggi. Purtroppo, la stampa italiana ha in gran parte ignorato il voto del Parlamento europeo col quale è stato lanciato il processo di riforma dei Trattati (se ne è occupata questa Rassegna stampa la scorsa settimana). Va apprezzata quindi l’iniziativa de La Voce del Popolo che vi ha dedicato un articolo chiaro e dettagliato (leggi). Il pessimismo della ragione obbliga però a frenare gli entusiasmi federalisti. Come scrive con un certo compiacimento il sito The European Conservative, “sembra non esserci alcuna voglia di cambiamento”: leggi.

 

La lunga lotta per l’indipendenza e la soluzione di compromesso rappresentata dalla coesistenza della Repubblica d’Irlanda e dell’Irlanda del Nord britannica, hanno segnato fortemente la vita politica dell’Isola. Ancora oggi, l’ideologia di fondo dei vari partiti è intrisa di un irredentismo che rende difficile una loro precisa connotazione di “destra” o di “sinistra” secondo gli schemi prevalenti sul Continente. (Una breve analisi è disponibile sul sito politpro.euleggi.) Una relativa novità sta tuttavia emergendo con la comparsa dell’estremismo di destra, violento e radicale, mosso più da sentimenti xenofobi che irredentisti. È di questi giorni la notizia della devastazione provocata a Dublino da gruppi riconducibili all’area della destra estrema (ne ha riferito la BBCleggi) dopo il ferimento di alcuni bambini da parte di un individuo del quale in rete si è scritto fosse di origine algerina (notizia riportata da Euronews in italiano: leggi). Sempre Euronews, ma nella versione inglese, aveva riferito in merito ad un grave attacco anti-immigranti nel maggio scorso (leggi), smentendo così le ottimistiche valutazioni apparse solo pochi mesi prima sul sito di analisi politica eaworldview.comleggi. Un'interessante articolo sulla connotazione terroristica che stanno assumendo gruppi di estrema destra è stato pubblicato da Insideover, sito “d’informazione dedicato agli esteri” e costola de Il Giornale, nell’ottobre 2021: leggi.

 

Consapevole del danno economico che potevano causare alle imprese europee, l’UE ha cercato di sottolineare costantemente il valore politico e l’ (auspicata) efficacia delle sanzioni economiche contro la Russia (un’ampia pagina è dedicata a questo tema sul sito del Consiglioleggi). Approvato il principio, tuttavia, molti Stati membri si sono trovati confrontati alle reazioni dei propri operatori economici, le cui attività dipendevano ormai da lungo tempo dall’interscambio con Mosca. Già a pochi mesi dall’aggressione russa, ad esempio, l’Italia e il Belgio hanno chiesto – e ottenuto – di essere esentati dall’applicazione di alcune sanzioni ( riguardanti prodotti in acciaio - ne riferì l’agenzia Report.az, citando la TASS: leggi). Ora è la Repubblica ceca a chiedere a sua volta di beneficiare di analoga esenzione (ne parla Euractivleggi). E, come se non bastasse, continua fiorente il commercio di beni potenzialmente utili all’industria bellica russa, sfruttando circuiti internazionali che hanno come principale piattaforma di partenza la Turchia. Secondo Money.it, “il commercio Turchia-Russia preoccupa il mondo”: leggi.

 

 

A pochi giorni dal vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’UE (14-15 dicembre), con una lettera a Charles Michel, Presidente del Consiglio dell’Unione, Viktor Orbán ha ribadito di essere pronto a bloccare tutte le più importanti decisioni che dovrebbero venir prese in tale occasione: su Ucraina, allargamento, revisione del bilancio pluriennale dell’Unione (ne ha scritto la versione inglese di Deutsche Welleleggi). Galvanizzato dalla vittoria dell’estrema destra nei Paesi Bassi (leggi su Daily News Hungary), il Presidente ungherese sfida e ricatta apertamente le Istituzioni di Bruxelles e gli altri Stati membri. Michel si è recato a Budapest per incontrare Orbán, ma non sembra sia riuscito a ridurlo a più miti consigli, come ha scritto EUNews (leggi). Tuttavia, se sul palcoscenico principale della politica continentale lo scontro tra l’Ungheria e i suoi partner raggiunge il livello di guardia, i rapporti risultano migliori quando si tratta di contrasto all’immigrazione. Su tale tema si sono infatti trovati unanimemente d’accordo i Ministri dell’interno di Austria e Germania e quelli del Gruppo di Visegrád, che si sono recentemente incontrati proprio in Ungheria. Ne hanno riferito l’Associated Press (leggi) ed Euractiv (leggi).