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L'ATTACCO A NORD STREAM È UN ATTACCO AL FUTURO DELL'EUROPA (E ALLE NUOVE GENERAZIONI)

Le notizie sul rischio di escalation nucleare del conflitto russo-ucraino hanno già quasi oscurato l’attacco terroristico al gasdotto Nord Stream nel mar Baltico (e forse anche questo fa parte della strategia di comunicazione bellica). Temo infatti che, come per altri avvenimenti recenti, ci sfuggano le implicazioni dell'attacco terroristico all’importante infrastruttura energetica.

La prima conseguenza è sull'ambiente, in particolare su un ecosistema fragile come quello del mar Baltico, che aveva giustificato il varo della prima strategia “macroregionale” europea, la “EUSBSR” (EU Strategy for the Baltic Sea Region), approvata nel 2009, a cui hanno fatto seguito altre strategie macroregionali, a cominciare da quella per l'area del Danubio. L'attacco a Nord Stream non è altro che l'ennesimo sabotaggio del pacchetto di iniziative dell’UE noto come “Green Deal”, provocato direttamente o indirettamente dalla guerra non dichiarata della Russia all'Ucraina. Chi ne subirà gli effetti? Soprattutto le nuove generazioni ovviamente!

Pesanti effetti ne deriveranno anche al sistema produttivo, oltre che alle famiglie, dei paesi più direttamente coinvolti e, con effetto domino, anche degli altri stati membri dell'UE. La perdita di competitività delle imprese europee e il loro tasso di mortalità avranno ulteriori conseguenze deleterie sull’occupazione, soprattutto di giovani e donne. Ciò implica che una certa percentuale di giovani non potrà continuare negli studi, a causa del peggioramento delle condizioni economiche delle loro famiglie e al tempo stesso ci saranno per loro meno sbocchi lavorativi.

Implicazioni non trascurabili (ma difficili da valutare appieno attualmente) riguarderanno gli equilibri politici interni agli stati membri e quelli geopolitici nei rapporti UE- resto del mondo (in particolare per effetto della diversificazione delle forniture energetiche). In più vi si potrebbe leggere un ulteriore messaggio intimidatorio: chi ha colpito Nord Stream può colpire con altrettanta facilità le infrastrutture della digitalizzazione, per esempio.

Guarda caso si tratta di punti qualificanti del programma NextGenerationEU, elaborato dall’UE per aiutare gli stati membri più colpiti dalle conseguenze della pandemia, e finalizzato soprattutto ai giovani e alle generazioni future. Lecito dedurne che il bersaglio sia proprio l'UE, tuttora accusata di immobilismo e farraginosità amministrativa, capace però di rispondere alla pandemia dando prova di una capacità insospettata di solidarietà,  sia a livello sanitario (vaccini in primis) che economico, riuscendo addirittura a coniugare ripresa economica e politiche ambientali, infrastrutturali e strutturali, con l'obiettivo di mettere le prossime generazioni di europei in condizione di fruire di una migliore qualità della vita, sotto tutti gli aspetti (supplendo, riconosciamolo, alla mancanza di visione e strategia a lungo termine che spesso contraddistingue i governi nazionali).

È forse questo allora che ha disturbato di più gli autocrati, soprattutto se con vecchie ruggini verso l'Occidente, come nel caso di Putin? Il timore di un'Unione Europea coesa, solidale, efficace e lungimirante che scavasse un solco sempre più profondo rispetto ai regimi meno democratici?  Se è così, e quindi sotto attacco non è solo l'Ucraina ma il futuro dell'UE e dei suoi giovani, è fondamentale non fare il gioco degli avversari, dividendoci nelle decisioni da prendere a livello UE (per esempio proprio sul prezzo del gas), ma al contrario dimostrare nei fatti la massima compattezza! Ne saremo capaci?

Giorgio Perini

Foto: ANSA/EPA (Danish Defence Command)