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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 16/01 - 22/01

Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 16/01 - 22/01

 

 

 

Nell’ultimo paio d’anni, l’attenzione delle opinioni pubbliche europee (e senz’altro di quella italiana) si è focalizzata sugli ingenti fondi messi a disposizione dall’Unione europea nell’ambito del piano per la ripresa denominato New Generation EU. Per contro, le persone sanno in genere molto poco dei “normali” sostegni che l’Europa eroga per favorire la coesione e per promuovere sviluppo e benessere. Sembra utile quindi segnalare l’approvazione del Piano di Azione italiano predisposto nell’ambito del Programma di cooperazione territoriale Interreg Europe, volto a migliorare l’efficienza energetica delle PMI, con una dotazione finanziaria di oltre 150 milioni di euro. L’annuncio è stato dato da Invitalia, l’agenzia del Ministero dell’economia che ha curato la stesura del Piano: (leggi).

 


Il duro confronto tra la Russia e i paesi della NATO, seppure squisitamente geopolitico, ha anche una forte componente economica. Vladimir Putin sembra a suo agio nel muoversi su entrambi i piani: da un lato dispiega mezzi militari ai confini con l’Ucraina, dall’altro apre e chiude i rubinetti del gas per farne salire il prezzo a livelli difficilmente sostenibili nel medio-lungo periodo per le aziende europee. Gli effetti di questa politica si sono già fatti sentire e, come segnala un articolo dell’Huffington Post, hanno determinato un netto peggioramento della bilancia commerciale dell’Union europea: (leggi). Tuttavia, nemmeno il Presidente russo è esente da preoccupazioni per l’andamento dell’economia del suo paese, come è stato ben spiegato un paio di mesi fa sul sito dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI): (leggi)

 

L’Organizzazione per il Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC) viene a volte considerata l’erede ideale del Patto di Varsavia. In realtà il confronto non regge, non foss’altro che per l’ambito geografico coinvolto. Se il Patto di Varsavia legava l’URSS e i suoi satelliti dell’Europa orientale, l’OTSC unisce essenzialmente la Russia e paesi dell’Asia centrale. Facevano inizialmente parte dell’OTSC anche i tre paesi caucasici, ma Georgia ed Azerbaijan ne sono usciti, mentre continua ad aderirvi l’Armenia. E proprio Erevan ha segnalato il suo malcontento per l’operato dell’Organizzazione, che è intervenuta in Kazakhstan in occasione dei recenti disordini, ma non si era mossa nel 2020 e 2021 quando era scoppiata la guerra tra Armenia e Azerbaijan. Della vicenda parla un articolo apparso sul sito dell’Osservatorio Balcani-Caucaso: (leggi)

 

La Macedonia del Nord è ufficialmente candidata all’adesione all’Unione europea dal 2005. Da allora il paese e ha avviato numerose riforme, funzionali all’avvicinamento all’UE, e ha cambiato nome, adottando quello attuale per vincere l’ostracismo della Grecia. Superato questo ostacolo, se ne è frapposto un altro, quando la Bulgaria ha accusato Skopje di atteggiamenti sciovinisti se non irredentisti. È quindi comprensibile che, appena eletto primo ministro in sostituzione del compagno di partito Zoran Zaev (dimessosi dopo la sconfitta alle elezioni amministrative del 2021), il nuovo capo dell’esecutivo Dimitar Kovačevski abbia scelto Sofia come destinazione del suo primo viaggio ufficiale all’estero. Tra gli organi di stampa che hanno dato notizia dell’elezione di Kovačevski figura il sito Notizie geopolitiche: (leggi).  Della visita in Bulgaria e dei risultati al momento deludenti della stessa ha riferito anche Euractiv.com: (leggi).

 

La crisi dei migranti fatti affluire alla frontiera con Lituania e Polonia dal regime bielorusso non occupa più le prime pagine di giornali e notiziari, eppure non è risolta. Quello che l’UE ha definito un “attacco ibrido” è ancora in corso e a pagarne le conseguenze sono sempre i più indifesi. D’altra parte non si può negare la complessità della vicenda, che si inserisce in un contesto assai ampio. La contrapposizione tra Minsk e Bruxelles risale a ben prima che i migranti fossero strumentalmente attirati in Bielorussia e la sua dimensione va letta anche nella prospettiva della crisi ucraina: non per nulla Putin e Lukashenko si professano grandi amici. Un’analisi precisa e particolareggiata della situazione è apparsa sul sito (BlogDUE) dell’Associazione italiana studiosi di diritto dell’Unione europea: (leggi). 

 

 

Fedele al nome della nostra Associazione, questa piccola rassegna stampa si sforza di segnalare settimanalmente notizie ed eventi relativi all’Europa e ai paesi europei in genere. Difficile però, nel mondo globalizzato, far finta che ciò che non tocca direttamente il nostro continente possa essere messo da parte e trascurato. Quel che succede negli Stati Uniti, ad esempio, non può proprio essere ignorato in Europa. E negli Stati Uniti, nella classe dirigente federale e statale, ed anche in seno alla popolazione sta succedendo qualcosa di inedito e forse epocale: dopo un Presidente gretto e settario, ne è stato eletto uno incerto e privo di carisma, mentre la società civile si sta dividendo in modo sempre più profondo e radicale. Ci sembra quindi meritevole di segnalazione l’iniziativa del Centro studi di politica internazionale che inaugura sul suo sito una nuova rubrica intitolata “Taccuino americano”: (leggi).