Già alcune settimane orsono, la
Rassegna stampa di
Dialoghi europei aveva portato all’attenzione dei suoi lettori il tema del crescente interesse per l’Artico da parte delle grandi potenze dell’emisfero settentrionale (la
Rassegna in questione è sempre disponibile sul sito di
Dialoghi:
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Come successo nel caso delle terre rare, di cui pochi conoscevano finanche l’esistenza, ma che quasi all’improvviso sono diventate argomento di dibattito quotidiano, qualcosa di simile si sta producendo con riguardo agli interessi che ruotano attorno alla porzione più settentrionale del globo.
Dopo che per anni la regione artica è stata oggetto di una significativa cooperazione scientifica, gli interessi dei paesi coinvolti hanno iniziato a divergere, fino alla crisi seguita alla rottura con la Russia dopo l’attacco all’Ucraina (ha descritto questo percorso un articolo dell’
Osservatorio artico:
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Ma evidentemente la situazione era matura perché la cooperazione lasciasse il posto ad un aperto confronto: un’analisi ampia e dettagliata si trova sul sito del
Centro studi Italia-Canada (
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Oggi, anche se non si è (ancora?) giunti a conflitti aperti, l’impressione è che gli attriti siano destinati ad aumentare.
Un bel
reportage della
BBC dalla Norvegia dà la misura delle tensioni che si vivono sulle sponde dell’Artico europeo (
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leggi cosa ne ha scritto
Formiche.net.)
La contrapposizione sino-russa è esaminata in una breve ma puntuale ricerca della
Stiftung Wissenschaft und Politik:
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