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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 17/04 - 23/04

 

La guerra è anche una cortina fumogena attraverso la quale diventa difficile distinguere il bianco dal grigio ed il grigio dal nero. La Polonia, da lungo tempo in rotta di collisione con le Istituzioni europee e pesantemente condannata dalla Corte di Giustizia per il mancato rispetto dello stato di diritto, riceve ora l’esplicito apprezzamento di Bruxelles per quanto sta facendo per l’accoglienza dei profughi ucraini. Tuttavia la Commissione europea si guarda bene dal confondere i due piani e mantiene immutata la pressione su Varsavia affinché rispetti i principi fondamentali dell’Unione: un modo per ribadire proprio la preminenza dello stato di diritto. Un’analisi dei rapporti tra Polonia e UE è apparsa sul sito di Balkaninsight: leggi.

 

La differenziazione delle fonti di approvvigionamento energetico è diventato il nuovo mantra dei paesi occidentali dipendenti dagli idrocarburi venduti dalla Russia. L’Italia si è distinta per la rapidità con cui si è mossa sul mercato internazionale del gas, affrettandosi a concludere contratti praticamente con chiunque avesse materia prima da vendere. La reputazione democratica e fors’anche l’affidabilità commerciale di tali venditori sono state messe un po’ in sordina, pur di poter preconizzare un futuro prossimo svincolato dai ricatti di Putin. Uno dei principali “colpi” messi a segno in questo contesto dal Governo italiano è l’accordo con l’Algeria per un sostanzioso aumento dell’approvvigionamento da tale paese. A livello internazionale però non tutti hanno apprezzato l’attivismo di Roma e proprio il contratto con l’Algeria ha fatto storcere il naso ad un alleato storico come la Spagna. I retroscena sono raccontati da un articolo di Startmag.it: leggi.

 

Le Istituzioni europee, ed in particolare la Commissione, sono spesso oggetto di critiche feroci: i loro dirigenti sono descritti come freddi tecnocrati e i funzionari come pedanti burocrati. Sono critiche ingenerose, vista l’indubbia qualità professionale di molti – se non ovviamente tutti – coloro che lavorano negli uffici di Bruxelles e di Strasburgo. Si prenda ad esempio il materiale tecnico e normativo prodotto nell’ultimo paio di mesi per definire una nuova strategia energetica che consenta all’UE non solo di spezzare la dipendenza soffocante dalle forniture russe, ma anche di guardare al futuro senza trascurare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. Ne ha scritto il sito Geopolitica.info: leggi.

 

Le parole polemiche con cui poco prima di Pasqua la dirigenza ucraina ha di fatto posto il veto alla visita a Kiev del Presidente tedesco Steinmeier, adducendo una sua supposta “morbidezza” nei confronti della Russia, sono suonate – dal punto di vista diplomatico – arroganti e stonate. Dopo un primo rimbrotto a caldo del Cancelliere Scholz, la situazione è rimasta ancora tesa, con Berlino che cerca di evitare un’aggressività estrema nei confronti di Mosca. Oltre che dagli ucraini, questo atteggiamento non è apprezzato dai commentatori d’oltre-oceano. Un interessante articolo del Wall Street Journal, pur riconoscendo la Zeitenwende, la “svolta epocale”, avviata da Olaf Scholz dopo l’aggressione all’Ucraina, non lesina le critiche alla Germania, in particolare per aver sostenuto il leader ungherese Victor Orban, potenziale quinta colonna russa all’interno dell’Europa: leggi.

 

Cosa è accaduto negli ultimi vent’anni al Cremlino per portare un grande paese dall’affaccio alla democrazia al baratro della dittatura? È Putin uno stratega finissimo che ha programmato fin dall’inizio la sua aspirazione totalitaria, o è soltanto un abile politico che ha sfruttato le occasioni che gli si sono presentate? Un’interessantissima analisi è stata proposta dalla Stiftung Wissenschaft und Politik, introdotta dalle seguenti considerazioni: “L’attacco all’Ucraina del 24 febbraio 2022 ha trasformato la Russia da rigida autocrazia a dittatura con tendenze totalitarie. Con la decisione di entrare in guerra, Vladimir Putin ha impresso una forte “verticalizzazione” del potere. La negazione del diritto procede sempre più spedita, la propaganda è onnipresente e la repressione dei media indipendenti, dell’opposizione, della società civile è totalizzante. Nulla cambierà finché Putin rimane al potere. Ma l'immensa pressione creata dalla guerra e dalle sanzioni occidentali potrebbe, nel medio termine, portare ad un cambiamento politico interno e alla fine del regime di Putin. Lo scenario che possiamo preconizzare è più quello di una destabilizzazione che quello di una democratizzazione.” Leggi.

 

 

Quando lo schermo del telefono o quello del televisore ci propongono le immagini di una guerra che avremmo voluto relegate ai libri di storia, la nostra formazione laica e razionale ci induce a dubitare di qualsiasi “verità rivelata” e ci obbliga a chiederci: sarà davvero così? può davvero essere così? La potenza evocativa delle immagini non ci lascia scampo se non riusciamo a leggerle con il filtro dell’intelligenza e del discernimento; ma l’impresa non è facile, soprattutto quando l’aspetto emotivo è soverchiante. “Attribuire a una immagine il potere salvifico della rivelazione è un fenomeno illusorio, ideologico e strumentale” scrive Raul Gabriel in un articolo non banale, pubblicato la vigilia di Pasqua da Avvenire: leggi.