La linea seguita da Mario Draghi fin dall’inizio della guerra mossa dalla Russia all’Ucraina è stata improntata al sostegno indiscusso delle posizioni assunte a livello europeo. Questo, in patria, lo ha anche esposto a critiche da parte di chi avrebbe auspicato un ruolo di maggiore protagonismo per l’Italia. Evidentemente, una vita da banchiere centrale gli ha insegnato a privilegiare il basso profilo, che non significa tuttavia disimpegno. Secondo un’interessante ricostruzione del Financial Times, proprio Draghi, assieme al Segretario al Tesoro statunitense Yellen, è stato l’artefice dell’impianto sanzionatorio deciso dai paesi occidentali contro la Russia: (leggi). Ne ha riferito in italiano (titolando sulla “mandrakata” di Draghi) il sito Start Magazine (leggi), che ha ripreso un articolo di Tino Oldani per Italia Oggi.
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