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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 21/03 - 26/03

Anche le sole differenze di dimensione geografica, popolazione e contesto geopolitico potrebbero giustificare uno squilibrio totale nei rapporti bilaterali tra Stati Uniti ed Israele, con quest’ultimo destinato ad un ruolo di inevitabile subordine se non di puro vassallaggio. Invece Israele, pur rimanendo fedele all’alleanza, ha sempre saputo mantenere una spiccata autonomia, anche a costo di provocare qualche dispiacere a Washington. Lo dimostrano le ottime relazioni con la Cina, di cui parla Gianfranco Elia Valori su “Formiche.net”: (leggi

 

 

Alla metà del secolo scorso il Libano era definito “la Svizzera del Medio oriente”, ma il suo tutore europeo non è mai stata la Confederazione elvetica, quanto piuttosto la Francia. Ed oggi ancora è Parigi a fungere da interlocutore privilegiato di Beirut nel vecchio continente. Anno dopo anno però la situazione del paese si è fatta talmente complessa, che anche la Francia sente di non avere la forza di imporre (o almeno facilitare) da sola la soluzione della crisi attuale. Così, come riportato su “SicurezzaInternazionale”, si cerca di coinvolgere l’intera Unione europea: (leggi

 

 

La pandemia causata dal Covid-19 rappresenterà un crinale ben visibile nella storia della nostra generazione. Per questo tutti gli attori geopolitici si stanno riposizionando. È così anche nei Balcani occidentali, dove potenze extraeuropee (Russia e Cina in primis) usano la “politica dei vaccini” per perseguire obiettivi strategici ben identificabili. L’UE non può permettersi e permettere che questi disegni si concretizzino e deve quindi rilanciare una dinamica azione politica nella regione, come argomentato in un articolo a più firme apparso su “balkanInsight”: (leggi

 

L’idea che non basti più “salvaguardare l’ambiente”, ma serva invece applicare politiche attive per il miglioramento di una situazione ambientale che volge al collasso irreversibile, è ormai condivisa da moltissimi cittadini e difesa, almeno in teoria, da quasi tutti i governi. Come sempre però, passare dalla teoria alla pratica non è semplice. Lo dimostra la polemica tra le organizzazioni ambientaliste e il governo britannico, dopo che quest’ultimo ha annunciato di voler concedere nuove licenze per lo sfruttamento di risorse fossili (gas e petrolio) nel Mare del Nord: (leggi)

 

Mano a mano che ci si avvicina alla scadenza di fine aprile per la presentazione alla Commissione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), cresce la (legittima) curiosità per le finalità e il contenuto dei vari programmi messi a punto dal Governo. C’è il rischio che l’attenzione si concentri sui singoli provvedimenti a scapito del quadro globale. Può allora rivelarsi utile analizzare la prospettiva globale, spingendosi anche al di fuori dei confini nazionali, considerando il PNRR in uno scenario internazionale. È quello che fa il professore della LUISS Marco Mayer in un’intervista pubblicata sul sito “Geopolitica.info”: (leggi

 

Perdonerà il paziente lettore di questa rassegna stampa una digressione (un’altra!) dall’attualità più stretta, con la segnalazione dell’anniversario di un fatto di cronaca remoto, che nondimeno si sposa con la cronaca attuale. Un 30 marzo (l’anno era il 1876) venne inaugurata a Trieste la prima linea tramviaria (a cavalli), dopo che furono superate le resistenze del Comune, timoroso di “rovinare le strade”. Chissà che la ricorrenza non serva d’ispirazione agli amministratori locali e faccia prendere seriamente in considerazione una mobilità cittadina basata anche sulla rotaia: per raggiungere Porto Vecchio, e non solo. Brevi cenni sullo sviluppo del trasporto pubblico triestino (con corredo di fotografie d’epoca) sono reperibili sul sito di “quitrieste”: (leggi

 
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