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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 23/01 - 29/01

Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 23/01 - 29/01

Quando nel 2014 le truppe di Mosca entrarono in Crimea, aprendo la strada all’annessione della penisola da parte della Federazione russa, la reazione degli Stati occidentali e delle Istituzioni internazionali fu tutto sommato moderata. Sebbene non ci sia stato in seguito nessun riconoscimento ufficiale di tale annessione, poche sono le voci che ancora invocano il ritorno della penisola all’Ucraina: anzi, è come se la forzatura russa avesse ricevuto un tacito assenso, che non viene scalfito nemmeno nel momento dell’attuale dura contrapposizione tra Russia e NATO. Eppure la Crimea ha palesemente un ruolo fondamentale nell’equilibrio di forze nel Mar Nero, dove proprio Russia e NATO sono di fatto vis-à-vis. La posta in gioco è descritta da Geopolitica.info: (leggi)

Abile stratega sugli scacchieri internazionali (dalla Siria alla Libia, dal Caucaso al Mediterraneo orientale), Recep Tayyip Erdoğan lo è probabilmente (molto) meno quando pretende di orientare la politica monetaria del suo paese. Le sue idee eterodosse in materia hanno già causato danni miliardari all’economia turca, che ora si trova a dover gestire un tasso d’inflazione superiore al 35% annuo, mentre il deprezzamento incontrollato della lira negli ultimi mesi del 2021 è ora a malapena frenato da costosissimi piani statali di sostegno. Finora la Banca centrale non ha potuto far altro che applicare la “dottrina Erdoğan”, visto che il Presidente non si è fatto scrupolo di rimuovere tre Governatori in due anni. Ma forse questo inizio d’anno segna il momento di una “correzione”. Un breve sunto della situazione è proposto dal giornale online Money.it: (leggi).

Se nel suo paese Erdoğan appare indebolito soprattutto sul piano economico, nei Balcani persegue una politica molto attiva, soprattutto dove può far valere la comune appartenenza all’Islam. A metà gennaio ha effettuato una visita ufficiale a Tirana, calorosamente accolto dal Primo ministro Edi Rama, con il quale ha firmato numerosi accordi bilaterali. L’intensità dei rapporti turco-albanesi e la il rilievo che assume la presenza turca in Albania (ma non solo), sono spiegati in un articolo del giornalista albanese Gjergji Kajana pubblicato sul sito dell’Osservatorio Balcani-Caucaso: (leggi)

Alla fine di gennaio l’ufficio statistico polacco renderà noti i risultati preliminari del censimento dello scorso anno. Sarà l’occasione per avere, tra l’altro, un’indicazione precisa circa la consistenza delle (comunque esigue) minoranze entiche presenti entro i confini della Polonia attuale. In particolare si capirà l’entità della minoranza tedesca, la cui presenza è concentrata nella regione della Slesia al confine con la Repubblica ceca, e che, secondo dati reperibili in rete, potrebbe variare da 50000 a oltre 300000 unità. Indipendentemente da quanti effettivamente siano i germanofoni, il Governo di Varsavia non deve evidentemente considerare come una grande priorità la difesa dei diritti linguistici delle minoranze, visto che, come segnala EastJournal.it, ha deciso di tagliare i fondi a sostegno dello studio delle lingue minoritarie, a discapito soprattutto dell’insegnamento del tedesco: (leggi).

Il prossimo mese di aprile sarà caratterizzato da consultazioni elettorali in vari paesi d’Europa. Oltre ai francesi, chiamati ad eleggere il Presidente e a rinnovare il Parlamento (quattro turni in totale), andranno alle urne gli sloveni, i serbi e anche gli ungheresi. Per questi ultimi, in particolare, si tratterà di esprimersi ancora una volta su Viktor Orban. Il fronte unito delle opposizioni, che punta a scalzare il partito Fidesz dal potere e che in realtà appare assai eterogeneo, godeva di buoni consensi fino a qualche mese fa, ma aveva poi perso un po’ di smalto. Ha ritrovato ora una buona popolarità raccogliendo in poco tempo le firme per un referendum contro la legge che approva la creazione di un’università cinese a Budapest, come racconta un articolo apparso su Balkan Insight: (leggi).

 

Un momento importante dell’ambizioso progetto di coinvolgimento dei cittadini europei in un grande dibattito su come dovrebbero evolversi l’UE e le sue Istituzioni – la “Conferenza sul futuro dell’Europa” di cui tante volte questa rassegna stampa si è occupata – è stato rappresentato dall’illustrazione al Parlamento europeo delle 90 raccomandazioni arrivate dai cittadini stessi. Molti hanno salutato propositivamente l’iniziativa, anche se con vari distinguo tra le forze politiche, come indicato in una nota dell’Agenzia Italia: (leggi) . Un’analisi attenta e disincantata mette però in rilievo anche la limitatezza dei risultati del progetto, soprattutto dal punto di vista della partecipazione. Ha dedicato un ampio spazio al tema Vatican News: (leggi).