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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 25/10 - 31/10

Certo il Nagorno-Karabakh è lontano dall’Italia e la pandemia sembra assorbire tutta la nostra attenzione, ma il conflitto tra Azerbaijan e Armenia in quella regione non andrebbe trascurato. Il contesto nel quale si svolge è pericolosissimo e il costante fallimento dei cessate-il-fuoco sembra preparare il terreno per interventi esterni non mediati. Per chi volesse approfondire le ragioni dell’instabilità dell’area, un articolo in tre parti pubblicato su Affari Internazionali può aiutare molto. La prima parte è accessibile dal seguente link (leggi) le due successive dalla medesima pagina.

 

 


A differenza di un tempo, l’espressione “la civile Inghilterra” è oggi spesso usata come antifrasi, a suggerire che gli inglesi (e in genere i britannici) sono un po’ cialtroni, pronti a rimpinzarsi di birra e fish&chips e ad invadere le spiagge del Mediterraneo rimediando atroci scottature. Più il nazionalismo si diffonde, più gli “altri” appaiono detestabili. Il Regno Unito resta invece, per moltissimi aspetti, un esempio in materia di rispetto dello stato di diritto. Ne testimonia  la storia raccontata sul sito della BBC (leggi) concernente un insediamento di “traveller”, “gente del viaggio” o zingari, come diremmo noi. Una corte esamina il caso, emette una sentenza, si valuta l’opportunità di un ricorso. Tutto avviene tranquillamente, in modo civile appunto: senza schiamazzi di case Pound ed altri ruspisti.

 


Il fatto che la Turchia appaia praticamente ogni giorno nei titoli dei giornali di mezzo mondo è chiaramente la conseguenza della politica del Presidente Erdoğan e del suo desiderio di un ritorno ai fasti dei sultani ottomani. Ma se da un lato riesce ad essere protagonista sulla scena internazionale, sul piano interno Erdoğan deve confrontarsi con una realtà assai preoccupante e sulla quale riesce ad esercitare un potere molto limitato. La lira turca perde valore sia contro il dollaro che contro l’euro, l’inflazione galoppa e la banca centrale si appresta ad alzare drasticamente i tassi d’interesse. Il Presidente Erdoğan non può dormire sonni tranquilli e non certo a causa delle caricature di Charlie Hebdo. Della situazione economica e monetaria della Turchia parla con dovizia di dettagli la Frankfurter Allgemeine Zeitung (leggi)

 


Da quando ha completato la sua personale parabola ideologica da giovane politico progressista a fautore della democrazia illiberale e leader di fatto dei sovranisti europei, il Primo ministro ungherese Viktor Orbán si compiace di atteggiarsi a “quinta colonna” all’interno dell’Unione europea. Atteggiarsi più che esserlo davvero perché l’incontestabile intelligenza politica lo spinge sì a tirare la corda, ma facendo ben attenzione a non strapparla. Riportare l’Ungheria nell’alveo dello stato di diritto europeo è un problema non di poco conto per l’UE. La soluzione più semplice potrebbe essere quella delle sanzioni economiche. Ma occorre fare attenzione: a volte, dietro al semplice si nasconde il semplicistico. Ce ne dà una dimostrazione l’analisi pubblicata da Balkaninsight (leggi).

 


Dopo un periodo di appannamento, Angela Merkel ha riacquisito tutta la popolarità di cui ha goduto presso i tedeschi durante gran parte dei suoi quindici anni di cancellierato. Ma ha detto che non si sarebbe più ricandidata e probabilmente terrà fede all‘Impegno. Designare un successore non è facile per la CDU e, tra le possibili soluzioni fa capolino anche l’ipotesi che il prossimo candidato cancelliere sia Markus Söder, presidente della Baviera ed esponente della CSU. Ne parla in un’intervista pubblicata sul sito dell’Osservatorio globalizzazione Jörg Seisselberg, corrispondente della rete pubblica ARD da Roma. (leggi)

 

La segnalazione finale della rassegna stampa di questa settimana è legata all’attualità non per lo scritto segnalato, ma per l’evento cui esso è dedicato, o meglio per l’imminente ricorrenza di tale evento: il centenario della firma del Trattato di Rapallo. Il “Centro di ricerche storiche Rovigno” ha messo recentemente online un saggio di Elio Apih dedicato ad un’analisi del Trattato firmato il 12 novembre 1920 (leggi). Il testo era stato originariamente pubblicato nel numero VI dei Quaderni (1981-1982) del Centro. (Per gli interessati, tutto il contenuto della pubblicistica del Centro è accessibile dal sito dello stesso.