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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali 27/03 - 02/04

L’arenamento della porta-container Ever Given, sebbene risolto nell’arco di pochi giorni, ha evidenziato quanto il canale di Suez sia cruciale per il commercio euro-asiatico, ma anche per l’economia egiziana. Per questo, qualsiasi iniziativa che in qualche modo possa spostare volumi di traffico non passa inosservata. Se poi i partner di una tale iniziativa sono (ex) nemici storici, l’attenzione diventa massima. È quanto sta accadendo (descritto sul sito di “Ship.Mag”) dopo che gli Emirati ed Israele si sono accordati per una gestione congiunta di oleodotti nell’area del Golfo Persico: (leggi)

 

Un po’ a causa di Brexit, un po’ a causa del Covid, un po’ perché l’appartenenza all’Unione europea ha migliorato di molto il tenore di vita nei paesi dell’Europa centro-orientale, sta di fatto che un numero significativo di persone che avevano lasciato tali paesi in cerca di lavoro e di un’esistenza migliore nel Regno Unito e in altri paesi dell’Europa occidentale sono rientrati in patria. Un’analisi del fenomeno, con particolare riguardo alla Polonia, alla Repubblica ceca, all’Ungheria e alla Slovacchia, è stata pubblicata su “BalkanInsight”: (leggi)

 

Alcune segnalazioni di articoli concernenti la Conferenza sul Futuro dell’Europa sono già state proposte nelle rassegne stampa di Dialoghi europei del 13 e del 20 marzo. Intanto, organizzazioni e forze politiche europee cominciano (in ritardo e con qualche titubanza) a definire le linee guida del proprio contributo e gli obiettivi che ritengono debbano essere perseguiti. È un dibattito che si spera riesca a decollare e a coinvolgere anche i cittadini europei. Per il momento segnaliamo la presa di posizione dell’ALDE (Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa), pubblicata su Euractiv.it (leggi) e quella (più articolata) di Pier Virgilio Dastoli, Presidente del Movimento Europeo - Italia, disponibile sul sito italiano del Partito della Sinistra Europea: (leggi

 

Il “Consiglio turco”, un’assise di cooperazione tra Paesi turcofoni (Turchia, Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan), esiste da oltre dieci anni, anche se in Europa lo si conosce appena (sebbene mantenga contati regolari con l’OSCE). Con il ruolo sempre più importante che Ankara si è ritagliata a livello internazionale, anche questo organismo potrebbe di riflesso veder accresciuta la propria influenza. Potrà quindi risultare interessante esaminare gli esiti del vertice informale del 31 marzo tra i presidenti dei Paesi membri del Consiglio. Interesse ne dimostra senz’altro il Presidente ungherese Orban, coinvolto in prima persona in qualità di capo di governo di un paese osservatore (con facoltà di piena adesione). Informazioni sugli obiettivi del vertice si trovano nell’articolo apparso sul sito “Insideover”: (leggi

 

L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea ha acuito i sentimenti indipendentisti in Scozia, dove nel referendum del 2016 il 62% dei votanti si era espresso contro tale uscita. Forti sono le pressioni per una consultazione popolare che sancisca il distacco di Edimburgo da Londra in vista di una possibile (ri)adesione all’UE di una Scozia indipendente. Lo Scottish National Party, il partito che esprime il primo ministro del governo regionale scozzese e che ha promesso di indire il nuovo referendum indipendentista, è però diviso al suo interno. Ci aiuta a comprendere la situazione l’articolo pubblicato da “Likiesta”: (leggi

 

Stranamente, non ha suscitato grande scalpore la notizia della sospensione imposta dalla Corte Costituzionale tedesca alla ratifica della legge che autorizza la creazione del fondo europeo per la ripresa (Next generation EU). Anche la Commissione europea ha reagito in modo quasi “flemmatico”, limitandosi ad esprimere fiducia circa l’esito finale della vicenda. Pur senza toni drammatici, la Frankfurter Allgemaine Zeitung invita tuttavia a non dare necessariamente per scontato il placet di Karlsruhe: (leggi

Alla solenne cerimonia di commemorazione dei 200 anni di indipendenza della Grecia (25 marzo) sono stati invitati ad Atene i rappresentanti delle tre potenze che nel 1821 sostennero la lotta dei greci contro gli ottomani: Francia, Russia e Regno Unito. Se il Presidente francese Macron ha preferito inviare un messaggio, rimanendo però a Parigi a seguire l’evolversi della pandemia, il primo ministro russo Mišustin e il Principe Carlo erano presenti alle celebrazioni. I fatti e le persone che 200 anni fa hanno portato alla nascita della Grecia moderna sono evocati in un articolo pubblicato sul sito dell’Istituto Analisi Relazioni Internazionali (IARI): (leggi)