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Rassegna stampa di testate nazionali e internazionali a cura di Paolo Gozzi - 09/04

Questa rassegna stampa di Dialoghi europei segnala spesso articoli pubblicati dal sito Balkaninsight.com, attraverso il quale si esprimono i giornalisti d’inchiesta della rete indipendente Balkan Investigative Reporting Network (BIRN). Il sito è molto seguito nei Balcani e da chi si occupa a vario titolo della regione. Spesso contiene articoli dedicati a casi di corruzione o malversazioni politiche e viene considerato affidabile e ben informato. Ovviamente gli articoli ospitati si focalizzano sui paesi balcanici. Sorprende quindi che il sito si occupi dell’Italia, denunciando un attacco alla libertà d’informazione di cui sarebbe rimasto vittima il quotidiano Domani. L’articolo-denuncia di BalkanInsight.com è accessibile qui.

 

L’espressione “maggioranza bulgara” è ormai entrata nel linguaggio corrente come sinonimo di scelta quasi plebiscitaria, ma dettata più dal pedissequo asservimento al potere che da scelta convinta. Sta di fatto che proprio in Bulgaria sembra sia diventato impossibile per i partiti politici non solo raggiungere percentuali “bulgare”, ma nemmeno maggioranze che consentano di governare. Chiamati alle urne per la quinta volta nell’arco di due anni, i cittadini del paese balcanico hanno nuovamente suddiviso i loro suffragi tra le principali forze politiche senza determinare cambiamenti tali da favorire la formazione di alleanze omogenee in grado di formare un esecutivo. L’unica novità è stata rappresentata dalla crescita del partito Vazrazhdane, nazionalista pro-russo ed euroscettico, la cui forza (oltre il 14%) potrebbe ora indurre conservatori e centristi a costruire un’alleanza di governo proprio in funzione anti-Vazrazhdane. Un’istantanea della politica bulgara all’indomani delle elezioni è proposta da eunewsleggi.

 

Una delle intuizioni vincenti di Zeno d’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del mare Adriatico orientale, è stata quella di puntare sulla ferrovia per la movimentazione delle merci in entrata ed in uscita dai porti. Evidentemente però le “buone prassi” applicate a Trieste e Monfalcone non sono molto seguite non solo a livello italiano, ma nemmeno a quello comunitario. La Corte dei Conti europea ha infatti pubblicato una relazione sul “Trasporto intermodale delle merci” nella quale evidenzia gravi carenze da parte sia della Commissione, sia soprattutto degli Stati membri che (anche) in questo campo tendono a privilegiare gli interessi nazionali a scapito di quelli comunitari. Significativamente, il sottotitolo della relazione è: “Il cammino dell’UE verso la riduzione del trasporto merci su strada è ancora lungo”: (leggi). Le principali considerazioni formulate dalla Corte dei Conti europea sono riprese nell’articolo apparso sul sito greenreport.itleggi.  

 

Il 14 maggio è la data nella quale si terranno in Turchia le elezioni presidenziali e legislative. È una data chiave perché potrebbe segnare la fine del lunghissimo ciclo iniziato nel 1994, quando Erdoğan divenne sindaco della laica Istanbul dopo essersi messo a capo di un partito islamista (AKP - Partito della giustizia e dello sviluppo). Da allora Recep Tayyip Erdoğan si è ritagliato un ruolo di primo piano sulla scena internazionale, pur seguendo un percorso costellato di contraddizioni. Una delle più macroscopiche è quella relativa al posizionamento della Turchia nel Patto atlantico, di cui è membro fin dal 1952, ma rispetto al quale rivendica – anche con sfrontatezza – grande autonomia. Proprio negli ultimi giorni Erdoğan non ha rinunciato a redarguire pubblicamente l’Ambasciatore americano ad Ankara, “colpevole” di aver incontrato il leader dell’opposizione. Prende lo spunto da questo episodio un bell’articolo sul periodo pre-elettorale disponibile sul sito della Treccanileggi. Un complemento di informazioni può essere trovato sul sito Notiziegeopolitiche.netleggi

 

Il terremoto geopolitico scatenato dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina sta suscitando una serie di “scosse di assestamento” che potrebbero davvero preludere all’emergere di nuovi equilibri regionali in varie parti del mondo. Di certo paragonabile ad un movimento tellurico è quanto sta avvenendo in Medio Oriente. Israele retto da un governo di estrema destra rischia di trasferire in politica estera le tensioni che vive all’interno; Assad sta riprendendo in mano la situazione in Siria – almeno nel territorio che controlla – e riprende l’attività diplomatica internazionale; ma soprattutto l’Iran e l’Arabia saudita si riavvicinano depotenziando le ragioni che li hanno visti contrapporsi e guerreggiare per interposte milizie. Allo stesso tempo però, il malessere interno che colpisce l’Iran è profondo e potrebbe rivelarsi destabilizzante. Parla del livello che sta raggiungendo la lotta per i diritti umani in Iran un articolo di Linkiestaleggi.

 

Concludiamo questa rassegna stampa con una segnalazione diversa dal solito. L’articolo di cui si suggerisce la lettura non ha un contenuto originale, non propone analisi stimolanti e non suscita nemmeno riflessioni edificanti. È un banalissimo testo che riferisce, in lingua inglese (e quindi per un pubblico internazionale), in merito ad un reportage televisivo realizzato dall’emittente pubblica ungherese. L’articolo vale la pena di essere letto perché mostra quali possano essere le conseguenze dell’asservimento degli organi di informazione alle politiche di un governo. Come in quelle favole che si propongono di educare i bambini spaventandoli, viene narrato il terrore di cui sarebbero preda gli abitanti di una città ungherese al confine con la Serbia, atterriti dal possibile arrivo di migranti: pakistani, afgani e persino marocchini! Il testo, che si commenta da solo, è stato pubblicato sul sito di Hungary Today, portale di notizie pro-governativo: leggi.