Di “Europa a due velocità” si è iniziato a parlare nell’ultimo decennio del secolo scorso, riferendosi essenzialmente alla politica monetaria e tracciando una distinzione tra i paesi dell’area Euro e gli altri Stati membri. L’espressione è poi stata ripresa in moltissimi contesti, in pratica ogni volta che le resistenze di alcune capitali nei confronti di iniziative perorate da altre erano percepite come causa di stallo. Ben presto tale espressione è diventata sinonimo di possibile divisione tra un’Europa di “serie A” e una di “serie B”. L’ultimo ad essere accusato di sostenere una tale categorizzazione è stato Emmanuel Macron quando, per dare all’Ucraina una prospettiva immediata di avvicinamento all’UE pur nella consapevolezza che un’adesione richiederà tempi lunghi, ha suggerito la creazione di una “Comunità politica europea” aperta a tutti i paesi del continente. Sorprendentemente, l’idea del Presidente francese è piaciuta a tanti e ben 44 paesi hanno confermato la loro partecipazione alla prima riunione della nuova Comunità, il 6 ottobre a Praga. E persino il Regno Unito, ancora alle prese con le conseguenze della Brexit, ha voluto essere della partita. Il sito di Italia Oggi ha dedicato un articolo alla vicenda: leggi.
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