Rimanendo in tema di agricoltura, si segnala che, con due anni di ritardo causato dalla pandemia, ad inizio 2023 entrerà in vigore la nuova Politica agricola comune (PAC). Principale beneficiaria del bilancio comunitario (di cui rappresenta attualmente il 30% circa), la PAC è stata ripetutamente riformata (leggi dal sito della Commissione), continuando nondimeno ad essere oggetto di critiche feroci e di contrapposizioni tra gli Stati membri, a seconda dell’importanza dei rispettivi settori agricoli. Ora, a pochi giorni dall’applicazione dei regolamenti frutto di un difficile compromesso politico-istituzionale, il sito dell’Investigative Reporting Project Italy ha pubblicato un’approfondita analisi dei flussi di finanziamento della PAC, evidenziando come nonostante le correzioni introdotte le grandi aziende agricole continuino a beneficiare di gran parte dei fondi disponibili, mentre i piccoli produttori sarebbero penalizzati. I maggiori dubbi riguardano tuttavia quello che viene percepito come un inadeguato sforzo nel contrasto al cambiamento climatico: leggi. Quest’ultima critica concerne anche il Piano strategico italiano sulla PAC, recentemente approvato a Bruxelles (qui la notizia apparsa sul sito specializzato Agrifood.tech).
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