Il portale online Luce, collegato al gruppo del Quotidiano Nazionale, ha pubblicato un servizio in cui elenca le proteste che la cosiddetta Gen Z sta animando in molti paesi del mondo (
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Tra i casi citati c’è ovviamente quello della Serbia, dove da un anno gli studenti sono mobilitati contro le autorità e si prevede ritornino in piazza in gran numero nell’anniversario (1° novembre) della tragedia di Novi Sad (
leggi sul sito serbo di sinistra Mašina), ma anche quello del Marocco.
Se in Serbia l’episodio che ha scatenato la rivolta è stato il crollo di una pensilina che ha causato 14 vittime (
leggi cosa scrisse Eastjournal), nel paese magrebino il casus belli è stata la morte di otto donne ricoverate in un ospedale pubblico di Agadir per sottoporsi a parto cesareo. I
nteressante osservare che in entrambe le circostanze i giovani si sono mobilitati – rigorosamente tramite i social media – sull’onda dell’indignazione per drammatici eventi di cronaca e non per scelte politico-ideologiche (il sito della televisione francese TF1info ha abbozzato un ritratto del movimento GenZ 212 marocchino:
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Intanto nel regno alawita le manifestazioni proseguono, in genere pacifiche ma con sporadici episodi di violenza: ne ha scritto anche l’agenzia AGI –
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Il re Mohammed VI è intervenuto in prima persona con un discorso davanti al Parlamento, ma non sembra esser riuscito a convincere i giovani protestatari, come ha scritto sempre TF1info:
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Un breve podcast di FranceInter sintetizza il discorso del sovrano (
ascolta in francese).
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