“
Entro il primo marzo 2026 la Croazia sarà liberata dall’incubo delle mine, disseminate durante il conflitto tra il 1991 e il 1995”. Queste parole, riportate sul sito del gruppo editoriale
NEM (
leggi), sono state pronunciate il 26 marzo scorso dal Ministro degli interni croato Davor Božinović.
Il ministro ha anche ricordato che per raggiungere questo risultato la Croazia ha finora investito oltre un miliardo di euro: utile tener presente che, a seconda del modello e delle caratteristiche, “
le mine antipersona costano da 3$ a 30$” l’una, come
si legge in un breve studio sul sito
Landminefree.org. (Lo studio presenta anche una scioccante analisi fattuale della situazione in Egitto, paese tra i più “contaminati” dalle mine.)
Per un’ironia invero crudele della storia, l’annuncio del ministro Božinović è intervenuto a pochi giorni di distanza da quello (
leggi sul sito del
Governo polacco) dei Ministri della Difesa di Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia (cui si è aggiunta la Finlandia:
leggi il dispaccio
Reuters) sul ritiro dalla Convenzione di Ottawa. ù
Quest’ultima, ufficialmente denominata “
Convenzione sul divieto d’impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione” (il testo è sul sito dedicato:
leggi), sembrava un baluardo di civiltà: firmata nel 1997, è stata ratificata da tutti gli Stati membri dell’UE e da moltissimi altri paese (anche se non da Russia, Israele, Cina, Stati Uniti ed altri).
Il ritiro deciso dai cinque Stati membri nordici (benignamente definito “controverso” da un articolo di
Euronews:
leggi) rende attualissime le parole pronunciate dal Presidente Mattarella il 16 marzo 2023 a Nairobi, riferite da
Lapresse.it: “
La brutale aggressione della Federazione Russa all’Ucraina sta riportando i rapporti internazionali indietro di ottant’anni, quasi che non ci sia stato, in questo arco di tempo, un mirabile progresso sul terreno della indipendenza, della libertà e della democrazia, della crescita civile” –
leggi).